Alfa Romeo Montreal Vision GT, da ieri a oggi

L’iconica sportiva Alfa degli anni ’70 rivive nel progetto grafico dell’artista Luca Serafini, che la omaggia proponendola in una versione moderna all’altezza delle supercar di questi tempi
Alfa Romeo Montreal Vision GT, da ieri a oggi

Luca Serafini, artista e designer modenese, ha progettato e pubblicato su Behance i disegni della sua Alfa Romeo Montreal Vision GT, che come suggerisce il nome è una riproposizione contemporanea della protagonista di punta del Marchio milanese negli anni Settanta.

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LA MONTREAL E GLI ANNI '70

Resistente, affidabile, antesignana della 8C Competizione, Alfa Romeo Montreal è una delle coupé più famose del Marchio milanese, realizzata dal 1970 al ’77. Non ebbe grande fortuna commerciale in seguito alla crisi petrolifera di quegli anni, riuscendo comunque a raggiungere la quota di quasi 4mila esemplari prodotti.

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AMORE A PRIMA VISTA

Serafini ha deciso di lavorare sulla Montreal poiché la vettura rappresenta un bellissimo ricordo d’infanzia. Il padre dell’artista modenese infatti acquistò un esemplare della macchina nel 1986: color arancione, elegante e dinamica, Luca la vide e se ne innamorò subito.

Ne apprezzò le linee, il volante, l’odore degli interni in pelle: fu proprio in quegli istanti che nacque la sua passione per le automobili. E il suo omaggio alla Montreal è stato appunto progettato per compiere un viaggio indietro nel tempo.

ISPIRAZIONE CLASSICA, FORME DA SUPERCAR

Alfa Romeo Montreal Vision GT s’ispira quindi alla Montreal degli anni Settanta proponendo le linee tipiche delle supercar moderne. Lo si intuisce già da quel “GT”, e lo si vede poi dall’aspetto della vettura disegnata da Serafini: lunga, stretta, dal profilo abbassato.

Spiccano gli accenti cromati riscontrabili un po’ lungo tutto il corpo-vettura e l’assenza dei fari anteriori, in un frontale che tuttavia presenta la tipica griglia triangolare Alfa Romeo.

Spostandosi verso la parte posteriore, si notano quattro aperture orizzontali a contatto con le portiere: si tratta di un chiaro riferimento alle sei prese d’aria che nella Montreal originale si trovavano nello stesso punto.

Infine, zona posteriore, spicca il condotto NACA riproposto come nella macchina di base.

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