Tassa Auto aziendali, possibile dietrofront

Il provvedimento potrebbe slittare di sei mesi o di un anno. Nel testo della Legge di Bilancio era previsto un aumento fino al 60% per i veicoli più inquinanti
Tassa Auto aziendali, possibile dietrofront

Tra sterilizzazione dell'IVA, conferma di quota 100, tassa su plastica e merendine, una delle proposte in approvazione nella prossima Legge di Bilancio riguarda la tassa sulle auto aziendali. Il provvedimento sta animando il dibattito all'interno della maggioranza e tra rimaneggiamenti del testo e nuove proposte, diventa sempre più probabile uno slittamento o, addirittura, una cancellazione della norma. 

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Tassa Auto Aziendali, il possibile aumento 

La proposta di un aumento sulla tassazione delle auto aziendali è arrivata dal M5S. Inizialmente si prevedeva una triplicazione dell'importo del 30% attualmente soggetto a tassazione e gravante sui veicoli concessi ai dipendenti dai datori di lavoro come benefit e, pertanto, considerati come parte integrante dello stpendio. Importo che viene calcolato in base al costo chilometrico determinato dalle tabelle Aci per una percorrenza media annua di 15.000 km. 

Successivamente, si è arrivati a un compromesso con il possibile raddoppio della tassazione per i dipendenti che utilizzano auto che emettono più di 160 grammi di CO2 al chilometro. Al conetmpo, sarebbero rimaste invariate le aliquote in essere in presenza di auto ibride ed elettriche. Un accordo, comunque, fragile tanto che all'interno della maggioranza c'è chi esprime perplessità sull'attuazione del provvedimento. In particolare, Italia Viva, il nuovo partito fondato da Matteo Renzi che ha lanciato una petizione con raccolta firme sul proprio sito per chiederne la cancellazione. 

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L'ipotesi rinvio 

Si fa sempre più concreta, pertanto, l'ipotesi di un rinvio della misura con lo stesso ministro dell'Economia, Gualtieri, che avrebbe espresso perplessità su tempistiche ed entrata in vigore della nuova tassazione. Possibile, quindi, uno slittamento del provvedimento di sei mesi oppure di un anno, ipotesi quest'ultima che sarebbe accolta con favore dall'Aniasa, l'associazione dei noleggiatori, la quale in una nota ha sostenuto che il provvedimento “uccide il settore e e colpisce in busta paga oltre due milioni di lavoratori.”

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