Seat Mii Electric, il test: una green per tutti

Non si presenta come un'alternativa "eco-chic" al commuting tradizionale, ma è pensata per l'utilizzo uotidiano in città. Abbiamo provato la prima 100% elettrica della Casa fra le strade di Madrid
Seat Mii Electric, il test: una green per tutti

Quella dell’elettrico è una delle sfide più importanti della mobilità contemporanea. Per i produttori, chiamati ad uno sforzo tecnologico notevole per garantire una fruibilità sempre più completa dei mezzi; per gli utenti, sempre più attenti alle politiche ambientaliste, costretti a rivedere i propri “comportamenti” in fatto di mobilità.

In questo scenario, si inserisce Seat con la sua nuova Mii Electric, utilitaria - primo modello 100% elettrico della Casa spagnola - che punta al concreto, offrendo un’autonomia buona per gestire la classica “settimana in città”, un unico allestimento completo di tutto (ci sono anche il climatizzatore automatico, il lane assist e il riconoscimento segnaletica), ma, soprattutto, un prezzo d’attacco molto interessante: 23.250 euro, cui vanno sottratti i numerosi incentivi all’acquisto che, in alcune regioni, fanno scendere il prezzo sotto quota 10.000 euro. Davvero niente male! In alternativa, la formula Seat Senza Pensieri propone una soluzione in 36 mesi a un costo pari a € 199/mese senza anticipo.
Di seguito, le prime impressioni. La prova completa, invece, con tutti gli approfondimenti e l’analisi del modello nel dettaglio, la trovate sul prossimo numero di Auto in edicola.

ELETTRICAMPIA FORBICE D'UTENZA

La prima cosa che apprezzi a bordo della Mii Electric è come Seat abbia inteso questa macchina, non come un’alternativa “eco-chic” al commuting tradizionale, con soluzioni forzatamente tech o appariscenti per ingolosire utenti di nicchia. Piuttosto, qui si punta al sodo, al mondo reale, ad un’ampia forbice di utenza. Lo capisci entrando nell'abitacolo, dove si viene avvolti da interni razionali, senza fronzoli, con una buona percezione di solidità. Né più né meno di quello che ti aspetteresti su un’auto di categoria omologa con motorizzazione tradizionale. Tutto sembra dire: ok, sono elettrica, ma non ti spaventare, usami come useresti qualunque altra. 

TEMPO DI RICARICA UN'ORA

L'autonomia dichiarata è di 260 km calcolati secondo il ciclo WLTP con un pieno di energia. Durante la prova, lungo un percorso misto - scorrimento veloce, passaggi collinari e attraversamento urbano - il computer di bordo ha fatto registrare in media 13.5/14 Kw/h per 100 km di consumo (spremendo la Mii senza riserve). La sensazione è che il dato dichiarato sia persino timido, e molto probabilmente, con una guida accorta, la soglia dei 300 km di percorrenza con un pieno di elettroni (almeno in ambiente urbano) è sicuramente alla portata. Un range buono per coprire la classica settimana in città. Mii Electric può essere ricaricata sia in corrente alternata (attraverso wallbox o presa domestica) per mezzo dei due cavi mode2 e mode3 in dotazione alla vettura, sia in corrente continua presso le colonnine pubbliche a ricarica rapida con l’assorbimento di 40kW di potenza. In questo caso il tempo richiesto per ricaricare la batteria da 0 all’80% è di un’ora (con utenza domestica, viceversa, va considerata la classica “notte in garage”). 

COMPATTA E STABILE

Da un punto di vista dinamico , il pacco batterie inserito nel pianale rende l’auto piuttosto stabile anche sul veloce. Buona l’accelerazione nella prima parte dell’erogazione, con una spinta che consente di accelerare da 0 a 50 Km/H in 3,9 secondi (dato dichiarato). Spinta che, oltre gli 80/90 Km/h, si ammorbidisce un po’ sino a raggiungere la velocità massima di 130 Km/h. In città, dove si apprezza l’ottimo funzionamento del cambio automatico, le dimensioni compatte (la lunghezza è di 3.556 mm) permettono alla Mii Electric grande facilità di parcheggio, senza però rinunciare alla praticità di un bagagliaio dalla capienza notevole per la categoria: 251 litri.

Questo è solo un primo assaggio. Per la prova completa, l’appuntamento è sul prossimo numero di Auto in edicola.

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