Ami 6 e le Citroen disegnate dall'Italiano

La Ami 6 è stata una delle auto più vendute da Citroen. In Italia non ha avuto successo ma è stato un italiano a disegnarla assieme alle più belle auto della casa francese
Ami 6 e le Citroen disegnate dall'Italiano

Conosci Bertoni?”, “Come no, ma si chiama Bertone, quello che della carrozzeria, il designer”… “no: Bertoni, Flaminio Bertoni: si chiamava proprio così, faceva lo scultore e …“no no guarda, io sono appassionato di auto non di scultura…”.

È qui che sta il problema: perché in realtà Flaminio Bertoni, di professione scultore, un pezzo importante di storia dell’auto l’ha scritta, anzi, l’ha prima scolpita, poi modellata e infine disegnata. Andando a creare alcune delle auto più belle, glamour e di stile che siano mai state prodotte. In Francia, per la Citroen che deve buona parte della sua fortuna all’arte di un uomo verso cui ha contratto un debito di riconoscenza che aspetta ancora di essere saldato.

Tra le auto disegnate da questo artista di Varese, c’è anche la Citroen “Ami 6”, quattro ruote dalle linee molto particolari, per la quale Bertoni dovette piegare il suo genio ad una serie di specifiche di progetto che avrebbe scoraggiato chiunque. Ma sarebbe ingiusto ricordarlo solo per questa vettura e soprattutto non conoscerlo un po’ meglio.

Bertoni nasce a Masnago nel 1903, frequentala scuola fino all’età di 15 anni, senza eccellere ma dimostrando sempre una vera e propria fame di arte e anche di conoscenza. Come molti suoi compagni, terminata presto la scuola viene avviato come apprendista presso una bottega. A lui tocca, inizialmente come falegname, la carrozzeria Macchi, dove si modellano carri funebri, autocarri, funicolari, tram per dirne alcuni. Un breve periodo di formazione e poi il trasferimento nel reparto di modellazione delle lamiere dove Bertoni si convince della centralità dell’aspetto, del design dell’auto rispetto al motore. Dopo un primo periodo di gavetta, il giovane Bertoni inizia a dare qualche timido suggerimento su come rendere le auto modellate in carrozzeria più belle e moderne e nel 1922, passato al reparto progetti, modella il suo primo prototipo: sarà fondamentale. Deriso dai colleghi, probabilmente invidiosi del suo talento, il suo primo lavoro viene invece notato da una delegazione di esperti francesi in visita presso la carrozzeria Macchi cosa che gli vale un biglietto per Parigi e un’opportunità di lavoro poco tempo dopo.

Bertoni giunge in Francia nel 1923, dove rimase per un periodo di circa due anni e lavora, tra le altre, proprio per la Citroen, quindi rientra in Italia, dove però si convince che il suo destino era oltralpe.

Il successivo ritorno in Francia porta Bertoni alla Citroen dove entra nel gruppo di lavoro che disegna le nuove auto. È qui che inizia la sua storia, o meglio: la sua leggenda. Il primo gioiello è la Citroen TA (Traction Avant), letteralmente tirata fuori da un blocco di argilla e plasmata in una notte perché non contento di quanto fatto dal suo gruppo di lavoro fino a quel momento. Sarà un successo: accolta entusiasticamente dai dirigenti lo sarà anche dal pubblico. Poi è la volta della 2CV auto storica, ancora oggi circolante ed entrata in produzione nel 1948 dopo lunga e difficile progettazione (disegnata di nascosto dai colleghi: non spettava a lui) con la raccomandazione di fare un’auto che fosse “solo quattro ruote sotto un ombrello” e dopo aver nascosto ai tedeschi i disegni del progetto. Altro successo, forse più grande del precedente che gli valse però le invidie dei suoi colleghi che iniziarono a chiamarlo “l’Italiano”. Ultima perla la DS, il salotto viaggiante, ancora oggi considerato un capolavoro di design.

In mezzo a tutto questo Bertoni ebbe modo di progettare anche la Ami 6, auto definita brutta qui in Italia ma dal grande successo di vendite in Francia e in Europa. Un’auto dalle forme insolite (adesso e anche allora), ma che hanno una spiegazione e una logica.

Negli anni ’50 la Citroen ha un gran successo con la 2CV, mentre la TA è sul viale del tramonto; i progetti della DS sono avviati e il presagio di un nuovo successo è all’orizzonte. Tra l’utilitaria e l’auto di lusso c’è un vuoto: la Citroen non ha modelli sul mercato che siano di “fascia media”. Il presidente di Citroen Pierre Bercot, passa ai progettisti le linee guida del progetto “M”, per dar vita a un’auto che misuri 4 metri, abbia una buona abitabilità, il bagagliaio molto capiente. Del design viene incaricato Bertoni che progetta un’auto a due volumi, con un grande portellone posteriore. Ma l’idea non piace a Bercot: è troppo simile a un furgone (entro 20 anni però tutte le case automobilistiche europee usciranno sul mercato con un’auto così) e Bertoni deve rimettere mano al progetto ma per fare tre volumi in quattro metri, uno tra bagagliaio e seduta posteriore deve essere sacrificato. Ci vuole un’idea e l’idea viene da alcuni modelli di auto prodotti oltre oceano come la Balboa X, una vettura particolarmente elegante con una caratteristica che la rende quasi unica: il montante posteriore è rovesciato e si inclina verso il posteriore della vettura. Bertoni modella la Ami 6 alla stessa maniera e il corpo della vettura prende quella che sarà la sua forma caratteristica, che garantisce ai passeggeri posteriori una buona abitabilità a prescindere dall’altezza e, allo stesso tempo, mantiene una buona cubatura del portabagagli.

Risolti i problemi sulla parte posteriore dell’auto rimangono quelli sulla parte anteriore: le nuove politiche aziendali impongono di utilizzare per la Ami 6 lo sesso motore della 2CV che ha un ingombro particolare dovuto al filtro dell’aria a forma circolare (sembra il cestello di una lavatrice) che, montato sopra al motore, impedisce Bertoni di utilizzare il cofano a forma spiovente pensato inizialmente e che avrebbe dato continuità tra la Ami6 e la DS. Non solo: problemi sollevati in sede di omologazione (fari e conseguente fascio luminoso troppo basso) riportano l’auto nel reparto progettazione dove viene nuovamente messa mano al cofano e al frontale che assumono così la loro forma definitiva.

L’auto finalmente è pronta per il mercato, ha subito molti ritocchi: la parte anteriore è a dir poco originale, con la caratteristica concavità del cofano e i fari molto grandi. Il lancio avviene in grande stile con campagne e presentazioni mirate: l’auto è diventata oggetto di design, deve piacere e deve convincere della propria linea gli acquirenti, in un mercato sempre più grande e ricco di scelta. La forma insolita passa in secondo piano a vantaggio dell’abitabilità e del comfort. I consumi poi sono ridoti e le prestazioni del motore di 600cc e di 21.5CV vengono definite buone.

Dalla Ami 6, nonostante il parere contrario di Bercot, viene fatta una seconda versione, la Ami 6 Break in versione giardinetta. Tutte le Ami 6 hanno un motore di 600cc ma il numero di cavalli della versione Break sale fino a 35 così come la velocità che passa da 105 a 116 km/h.

La Ami 6 è stata un vero e proprio successo che ha venuto più di 1 milione di esemplari e di cui è stata fatta anche una evoluzione, la Ami 8, prodotta nel decennio dal 1969 al 1979. Nonostante questo l’auto non ha mai convinto neanche lo stesso Bertoni che verrà ricordato per la DS la 2CV e la TA, ma non per la Ami. L’auto è stata definita brutta ma in realtà è un valido esempio di come il talento di un progettista possa riuscire a coniugare i requisiti più estremi con le esigenze di mercato. Bertoni ha avuto molti meriti tra cui quello di avere dato valore e importanza al design delle forme delle vetture che plasmava. Un concetto nuovo in Citroen ma che sarà poi declinato con sempre maggiore frequenza. 

Oggi Flaminio Bertoni di professione Scultore, scomparso nel 1964, può vantare il titolo di “Varesino del secolo”. Se l’è giocato con Alfredo Binda, campione della pedalata, in bianco e nero. Sulle sue opere sono state fatte delle mostre e una fondazione porta il suo nome, se ne occupa suo figlio Leonardo. Magari anche i francesi gli dovrebbero qualcosa, ma si sa, con la storia, in particolar modo se scritta dagli altri, non ci sono mai andati d’accordo. Del resto se si sono inventati Asterix per fa finta di non averle prese da Giulio Cesare ci sarà pure un perché.

Ami 6:
Cilindrata 602cc
Potenza 21,5 – 35 CV
Prezzo di lancio 6550 franchi Francesi, 998.54 Euro al cambio di oggi

Usato: chi possiede una Ami 6 usata in buono stato, può venderla a una cifra compresa tra 4.500 e 8.000 Euro, a seconda dello stato di conservazione.

Numero esemplari prodotti: 1.035.866

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