Capucci, il mio Prometeo per il Festival di Spoleto

Maestro firma costumi per concerto in forma scenica da Beethoven

            
            Capucci, il mio Prometeo per il Festival di Spoleto
(ANSA) - ROMA, 03 LUG - "Io non mi ispiro. Non copio, non guardo. Sì, osservo molto la natura, le piante, i colori dei fiori. Ma poi mi viene tutto dalla testa. Da sempre, anche quando lavoravo per l'Alta Moda, mi metto con un foglio, le matite e inizio a disegnare". Si racconta così il maestro Roberto Capucci, 90 splendide primavere a dicembre, 70 delle quali passate a creare abiti per "rendere belle le donne", che restano nella storia della Moda. Oggi il maestro firma quelle che chiama "delle nuove follie": 15 costumi d'eccellenza sartoriale da altrettanti suoi bozzetti per "Le Creature di Prometeo / Le creature di Capucci", concerto in forma scenica sulla partitura di Beethoven (di cui ricorre il 250/o anniversario della nascita) realizzato in coproduzione dalla Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e il Festival dei Due Mondi, a cura di Daniele Cipriani, in prima mondiale a Spoleto il 28 agosto, con un'anteprima l'1 al Festival Internazionale della Musica e del Balletto di Nervi. Movimenti coreografici di Simona Bucci per la Compagnia Daniele Cipriani accompagneranno la rara esecuzione integrale, da parte dell'Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni. Coloratissime, geometriche, oppure tessuti di fiori o costruiti di foglie intrecciate, le sculture viventi create da Capucci per l'opera di Beethoven. Tre da bozzetti già esposti nel 2018 a Palazzo Pitti di Firenze (Capucci Dionisiaco) e a Palazzo Scarpetta di Napoli (Spettacolo onirico. Disegni per il teatro) e altri 12 assolutamente inediti. "Prometeo? Non ho la minima idea di chi fosse veramente. Non mi sono ispirato a lui, sia chiaro. Anzi - sorride - non ero certo che un direttore d'orchestra avrebbe accettato il rischio di distrarre il pubblico con queste creature. La mia sfida oggi? Continuare a creare e a lavorare, perché per me è come dare da bere a un assetato". (ANSA).

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