Eredità Agnelli: cinque lettere tra le possibili prove

Tra cessioni di quote da verificare e reale residenza di Marella

            
            Eredità Agnelli: cinque lettere tra le possibili prove
(ANSA) - TORINO, 11 MAR - Ci sarebbero cinque lettere che potrebbero diventare potenziali prove della "strategia delittuoso-evasiva fondata sulla fittizia residenza estera di Marella Caracciolo" nell'ambito dell'inchiesta sull'eredità Agnelli della Procura di Torino, con cui i nipoti non avrebbero pagato le tasse di successione. Ne scrive il quotidiano Il Messaggero, che ne cita una indirizzata Marella Caracciolo, del 24 febbraio 2003, non firmata, ma che gli inquirenti intendono verificare se sia attribuibile al nipote John, in cui si legge di un ringraziamento "per la donazione effettuata in data odierna a mio nome relativa alla quota della Dicembre", la cassaforte di famiglia, ciò prima che avvenisse poi una successiva redistribuzione delle quote rimaste, comunque sotto la lente degli investigatori, "non essendo ad oggi stata acquisita prova del pagamento del prezzo ed emergendo anche profili di apocrifia delle firme dei documenti indicati" si leggeva nel decreto di perquisizione del 6 marzo. Da John Elkann i finanzieri avrebbero inoltre trovato altre quattro lettere. Due manoscritte da Margherita sulla "spartizione del patrimonio del padre e della successione nelle quote della Dicembre": la prima, del 20 marzo 2003 al figlio John, la seconda alla madre. Una del 24 agosto 2014 è intestata al "presidente di Fiat ingegner Elkann" e il mittente si definisce la ex compagna di Gianluigi Gabetti (consulente storico dell'Avvocato) e fa riferimento a questioni legate al patrimonio di Gianni Agnelli. Una lettera datata 25 ottobre 2018 a firma di tale Mimma conterrebbe infine documenti "sull'origine della decisione presa dalla famiglia Agnelli di far transitare l'eredità dell'Avvocato direttamente in capo a John Elkann, escludendo la figlia Margherita". Al vaglio degli inquirenti, come riporta il Corriere della sera, anche i trentacinque faldoni in cui è relazionata la vita professionale dei dipendenti di Villa Frescot, la dimora degli Agnelli sulla collina torinese, e della altre residenze familiari. Domestici, cuochi, autisti, governanti, guardarobieri che avrebbero assistito Marella, anche se assunti dal nipote John. (ANSA).

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