Ultimo ricorso respinto: niente Giochi per i russi esclusi

Lo ha deciso il Tas a poche ore dalla cerimonia inaugurale. Commenti entusiastici da parte di Cio e Wada, che parlano di vittoria dello sport pulito; veementi proteste in Russia
Ultimo ricorso respinto: niente Giochi per i russi esclusi© EPA

PYEONGCHANG - L'ultimo e definitivo pronunciamento del Tas, arrivato a poche ore dalla cerimonia inaugurale dei Giochi di PyeongChang, pone fine (almeno a livello sportivo) alla lunga "querelle" tra Cio e Russia sulla partecipazione degli atleti russi inizialmente esclusi dal Comitato Olimpico Internazionale. Il Tas ha infatti deciso che ha ragione il Cio e quindi gli unici russi a poter partecipare alle Olimpiadi che prendono il via oggi sono i 168 già precedentemente ammessi a titolo individuale. Dopo aver cancellato con un colpo di spugna la squalifica a vita dalle Olimpiadi per 28 russi, di fronte alla decisione del Cio di sbarrare loro le porte dei Giochi invernali, il Tribunale arbitrale sportivo ha alzato le mani: non ci sono prove per affermare che le valutazioni fatte dalle due commissioni speciali per stabilire chi ammettere e chi lasciare fuori siano state fatte "in modo discriminatorio, arbitrario o scorretto". Inoltre, prosegue il Tas, già la decisione iniziale, quella di escludere la delegazione russa ammetendo però singoli atleti la cui “pulizia” fosse provata "non può essere descritta come una sanzione quanto piuttosto una decisione sull'eleggibilita”. Il Cio, insomma, ha comunque offerto singolarmente l'opportunità di prendere parte ai Giochi Invernali a determinate condizioni, una scelta che rappresenta un punto di equilibrio "fra gli interessi del Cio nella battaglia contro il doping e gli interessi dei singoli atleti russi".
LE TAPPE PRECEDENTI - Si può dire dunque finalmente spento l’incendio che, secondo il presidente della Wada Craig Reedie, lo stesso Tas aveva innescato riconoscendo che in 28 casi non c'erano prove sufficienti per ritenere gli atleti colpevoli di aver violato le norme antidoping e che poi aveva portato ad ulteriori ricorsi, tra i quali quelli del pluricampione olimpico di short track Victor Ahn o di Anton Shipulin, oro a Sochi nella staffetta maschile di biathlon.
I COMMENTI - Tra i primi a commentare la notizia è stato Mark Adams, portavoce del Cio: «Siamo felici di questa decisione che sostiene la lotta contro il doping e porta chiarezza per tutti gli atleti». Sulla stessa linea il commento di?Craig Reedie, presidente della Wada: «Un'ottima notizia per tutti coloro che hanno a cuore lo sport pulito e l'integrità dei Giochi. Il fatto che questa decisione arrivi prima della cerimonia d'apertura è un bene e rassicura tutti che solo i russi che soddisfano precisi criteri in materia di antidoping verranno ammessi». A Mosca, ovviamente, non l'hanno presa bene.«E’ una decisione scorretta - dice alla Tass Pavel Kolobkov, ministro russo dello Sport - perché non viene permesso agli atleti di competere a Pyeongchang senza una particolare ragione, viene di fatto riconosciuta al Cio l'assoluta libertà di decidere chi invitare ai Giochi e chi no». Rincara la dose il suo predecessore Vitaly Mutko, oggi vicepremier: «La procedura in sè non è trasparente, del resto la storia dell'invito era difficile da sfidare. Sembra di essere a un torneo privato ma queste sono le Olimpiadi». Insomma, per le Olimpiadi la partita è chiusa, ma a livello legale si continuerà a battagliare.

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