La Goggia a Mattarella: "Porto nel cuore le parole dopo l'infortunio"

Così l'alfiere azzurro alle Olimpiadi Invernali di Pechino: "Era la vigilia dei Mondiali di Cortina e lei mi esortò a guardare verso traguardi lontani e oltre gli ostacoli"
La Goggia a Mattarella: "Porto nel cuore le parole dopo l'infortunio"© ANSA

ROMA - Visibilmente emozionata, Sofia Goggia, parlando "con il cuore", è apparsa un trionfo di naturalezza ed umanità: con Sergio Mattarella aveva già parlato al telefono, ma farlo prima di ricevere la bandiera da alfiere azzurro, per giunta al Quirinale, non è proprio la stessa cosa. "Ho toccato le corde del cuore - ammette la fuoriclasse dello sci alpino al termine della cerimonia di consegna del tricolore al Colle -, ci vuole coraggio a parlare davanti al presidente della Repubblica Mattarella, a quello del Coni Giovanni Malagò e a diversi ministri". A 42 giorni da Pechino 2022, il ricordo è andato a quell'infortunio che le compromise la partecipazione ai Mondiali di Cortina 2021: "Presidente, ripenso spesso alla chiamata che ricevetti quando mi infortunai alla vigilia dei Mondiali di Cortina. Lei mi esortò a guardare oltre, verso traguardi lontani e oltre gli ostacoli. E io porto ancora quelle parole nel cuore".

Goggia: "Assillata dal Covid, a Pechino darò il meglio"

È andata "a braccio", ha ammesso poco prima di entrare al Quirinale: "Mi avevano detto di prepararmi un discorso, ma io invece ho voluto guardare dentro di me e parlare con il cuore". Un successo, come i tanti a cui ci ha abituati Sofia e in primis quell'oro a Pyeonghang nella discesa libera. La punta di diamante della spedizione azzurra a Pechino e in piena corsa per la Coppa del Mondo di sci alpino in cui ormai è un testa a testa con la statunitense Mikaela Shiffrin: "Le Olimpiadi sono dietro l'angolo, ma in questi 42 giorni che mancano ai Giochi ci sono tante gare. Bisogna vivere di progettualità e pensare all'oggi", ha aggiunto l'azzurra delle Fiamme Gialle. Che non conosce paura a 120 chilometri orari sulla neve, ma che invece si è detta "assillata" dalla paura del Covid. Bergamasca, come l'alfiere della cerimonia di chiusura Michela Moioli (per la prima volta l'Italia le ha decise prima di partire), Sofia ricorda ancora le bare di due anni fa sfilare nella sua città e a distanza di tanto tempo sembra non capacitarsi del fatto che ancora non se ne sia usciti, anzi: "Mi spiace molto per questa situazione del Covid-19, noi continuiamo a fare tamponi durante la stagione e il pensiero di risultare positivi ci assilla in continuazione. Mi auguro che gli italiani trovino ancora una volta la forza per riuscire a resistere a questo virus e mi auguro abbiano le accortezze per far di tutto per evitarlo". Dal canto suo, ha promesso di essere "la migliore Sofia, poi vedremo". Intanto continua a sorprendere, sciando col cuore. Che è quello che conta per arrivare più avanti di tutte.

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