© EPAMai come stavolta, per Dorothea Wierer, l’Olimpiade di Milano Cortina sarà il sogno di una vita. Già quello a cinque cerchi è un appuntamento imperdibile per ogni atleta: gareggiare a pochi chilometri da dove sei nata, poi, sarà qualcosa che non si poteva immaginare neanche nei sogni. “Doro” spera di regalarsi la medaglia d’oro, dopo tre bronzi in tre edizioni diverse dei Giochi. Se l’Italia ha conosciuto il biathlon lo deve soprattutto all’atleta nata a Brunico il 3 aprile del 1990, capace di trasformare uno sport di nicchia in un vero fenomeno mediatico, grazie alle sue prestazioni sportive e a una presenza (testimoniata dagli oltre 600mila follower solo su Instagram) che ha attirato anche diversi partner commerciali. L’atleta del Südtirol si è avvicinata al suo sport fin dalla giovane età, crescendo a Rasun-Anterselva, culla del biathlon italiano nota per aver ospitato tappe della Coppa del Mondo e che sarà il teatro delle gare olimpiche di Milano Cortina: fin dagli esordi ha mostrato doti fuori dal comune, grande resistenza fisica, concentrazione glaciale e una straordinaria precisione al poligono. Nel 2008 ha conquistato i primi titoli mondiali juniores e da lì la sua ascesa è stata inarrestabile. Debuttante in Coppa del Mondo nel 2009, si è imposta presto come una delle atlete più costanti del circuito.
Simbolo
Il successo internazionale arriva nel 2015, con la prima vittoria individuale in Coppa del Mondo a Östersund. Da allora, Doro è diventata un simbolo di eccellenza: due Coppe del Mondo generali consecutive (2019-20), quattro titoli iridati, tre medaglie olimpiche di bronzo e decine di podi tra sprint, inseguimenti e gare di massa. Nessun italiano (né uomo né donna) prima di lei era riuscito a conquistare la sfera di cristallo generale, un traguardo storico che ha consacrato definitivamente il biathlon azzurro. Oltre ai numeri, ciò che rende unica Wierer è la sua capacità di restare se stessa: ironica, diretta, con un carattere deciso ma sempre autoironico, ha saputo costruire un rapporto autentico con i tifosi e con i media. La sua immagine, lontana dagli stereotipi dell’atleta “perfetta”, la rende ancora più vera: una sportiva che non teme di mostrare la fatica, la delusione, ma anche la gioia e la leggerezza.
Equilibrio
Sul piano tecnico, Doro è un esempio di equilibrio: rapidissima sugli sci, ma anche precisa e veloce al tiro. Il suo stile si fonda su freddezza e lucidità, qualità che le hanno permesso di restare ai vertici per oltre un decennio in uno sport logorante come il biathlon. Nonostante i momenti difficili, come gli infortuni e la pressione mediatica crescente, Wierer ha sempre saputo reagire con grinta e professionalità, diventando un punto di riferimento per le nuove generazioni di atleti italiani. Nel 2025, a 35 anni, guarda con lucidità al futuro e all’appuntamento che potrebbe segnare il suo addio alle competizioni: «Sarebbe il modo perfetto per chiudere un cerchio», ha dichiarato, lasciando intendere che, dopo anni di successi, è pronta a scrivere l’ultimo capitolo della sua straordinaria carriera. Dorothea Wierer ha portato il biathlon nelle case degli italiani e l’Italia nel cuore del biathlon mondiale. Ha dimostrato, proprio come Jannik Sinner nel tennis, che anche da una piccola valle dell’Alto Adige si può arrivare in cima al mondo, con coraggio, disciplina e passione. Quando un giorno si toglierà gli sci, resterà molto più delle sue medaglie: l’esempio luminoso di una donna che ha saputo vincere, ma anche e soprattutto ispirare.
