© LAPRESSEGiovanni Malagò aveva firmato il suo primo capolavoro il 24 giugno scorso, a Losanna, quando Milano-Cortina aveva vinto la corsa al 2026, battendo Stoccolma in volata. Il secondo l’ha siglato ieri, il capo dello sport italiano e futuro presidente della neonata Fondazione che organizzerà l’Olimpiade invernale italiana, alla quale è dedicato il primo seminario internazionale voluto dal Cio, organizzato insieme con il Coni. Così come in Svizzera, poco meno di sei mesi fa, anche ieri a Milano il nostro mondo dello sport ha dimostrato che cosa significhi fare squadra, mitridatizzandosi rispetto ai veleni dei palazzi romani. Da questi, quattro mesi or sono, è scaturita Sport e Salute, un ircocervo che ha rischiato seriamente di ledere in maniera irreparabile la storia e i successi del Coni, nonché di compromettere la partecipazione dell’Italia a Tokyo 2020 e persino la stessa organizzazione dei Giochi 2026. Ecco perché Cio e Coni hanno particolarmente apprezzato la presenza del ministro per lo sport, Vincenzo Spadafora e, soprattutto, il suo l’impegno per varare in tempi rapidi la legge olimpica. Il pressing di Zaia e Sala in primis promette bene.
L’assise milanese ha colpito per la qualità e la quantità dei partecipanti (312 gli accreditati, dei quali 26 membri della delegazione Cio; 48 di Coni e federazioni ai quali si sono aggiunti imprenditori, amministratori locali, rappresentanti delle aziende che maggiormente legheranno il proprio marchio a Milano Cortina). E ancora: il tenore degli interventi; a concretezza alla base della Fondazione che affida il compito di organizzare i Giochi nel modo migliore a un manager di riconosciuto valore internazionale, qual è Vincenzo Novari. L’Ex Signor Tre Italia ha ricevuto il corroborante viatico di Sari Essayah, responsabile della commissione di coordinamento del Cio per Milano Cortina. Undici parole hanno lanciato in orbita la missione olimpica italiana: «Questi luoghi sono un vero e proprio Eldorado per i Giochi». Potevano esserlo anche i luoghi di Torino, se una decisione miope e suicida non avesse autoeliminato dalla corsa al 2026 la città della meravigliosa Olimpiade 2006. Dice bene Evelina Christillin, simbolo di quella storica avventura che Tuttosport sostenne sin dal primo minuto in cui prese corpo la candidatura piemontese: «Bisogna guardare avanti». Sperando non ci si debba più volgere indietro per rimpiangere ciò che poteva essere e non è stato.
