Conte (Giuseppe) e quei 210 azzurri

Conte (Giuseppe) e quei 210 azzurri© ANSA

Il principe Alberto di Monaco, l’emiro del Qatar, il granduca del Lussemburgo, il principe Federico di Danimarca. Sono soltanto alcuni dei membri del Cio che il 9 settembre scorso, al termine dei lavori dell’Esecutivo, vengono messi al corrente della situazione riguardante il Coni, la cui autonomia è stata pesantemente attaccata con la riforma dello sport varata dal governo di Roma. Nel rapporto informale, si sottolinea l’intenzione del Cio di procedere a sanzioni contro l’Italia, sospendendola dalle competizioni internazionali. Soltanto l’intervento in tackle scivolato di Giovanni Malagò, membro del Cio e l’autorevolezza che gli deriva dal ruolo ricoperto neutralizzano la minaccia, anche se il nostro Paese, il Paese che con Milano-Cortina ha vinto la corsa ai Giochi invernali 2026, rimedia una figura di melma.

Sono trascorsi 528 giorni da quando Giuseppe Conte promise a Thomas Bach che le istanze olimpiche sarebbero state accolte e ne mancano 24 all’Esecutivo Cio, in programma il 27 a Losanna. Se il Governo non interverrà con un decreto legge che accolga le istanze di Losanna, nemmeno la resilienza di Malagò potrà evitare il peggio. Implacabile, il tempo passa: è evidente che nel Palazzo della politica se ne freghino delle pesantissime conseguenze sullo sport italiano, settimo al mondo nel 2020 per i risultati ottenuti, nonostante il Covid. Avete notizia di uno straccio di dichiarazione, un messaggio, un whatsapp, un post di un politico sul tema? Riusciranno a partecipare ai Giochi di Tokyo i 210 azzurri già qualificati e i molti altri che conquisteranno il pass? A proposito. Il 31 dicembre, sul suo profilo Facebook, il ministro competente ha scritto: «Oggi è il giorno più bello del 2020: l’ultimo». Il più brutto arriverà il 27 gennaio se l’Italia verrà stangata dal Cio, rimediando una batosta senza precedenti. Per non dire delle probabili, anzi certe, certissime ripercussioni su Milano-Cortina 2026. Sono ormai sedici i mesi durante i quali la miopia, la superficialità, l’impreparazione della politica hanno piombato lo sport tricolore nel limbo dell’indecisione, foderato dalla moltiplicazione delle poltrone. Reiteriamo l’invito a Conte: siamo a -24, cerchiamo di evitare un’altra figura di melma.

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