Il Cio ci scrive: "Italia, Giochi ad alto rischio"

Il Cio ci scrive: "Italia, Giochi ad alto rischio"© ANSA

La mail da Losanna è arrivata a Tuttosport ieri, alle ore 16.40, firmata dal portavoce ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale, evidentemente molto sensibile alla campagna che Tuttosport conduce da giorni perchè il governo italiano emani il decreto legge a tutela dell’autonomia del Coni entro il 27 gennaio. Quel giorno, l’Esecutivo Cio si riunirà per esaminare la situazione e, se questa non sarà cambiata, comminerà sanzioni durissime: Italia ai Giochi di Tokyo senza bandiera, senza inno e senza le squadre che si saranno qualificate. «La posizione del Cio sull’attuale situazione del Coni è stata espressa chiaramente alle autorità del governo italiano in molte occasioni. Si prevede ora che la soluzione già presentata alcuni mesi fa dal Coni alle competenti Autorità di Governo venga valutata favorevolmente e attuata senza ulteriori ritardi, così da risolvere definitivamente le attuali problematiche e consentire al Coni di svolgere appieno il proprio ruolo e le proprie operazioni di Comitato Olimpico Nazionale, in conformità con la Carta Olimpica. Le autorità governative sono state esortate ad agire immediatamente, nell’interesse del Movimento Olimpico Italiano e degli atleti, poiché questa situazione è in corso da quasi due anni e sta compromettendo gravemen- te i preparativi della squadra italiana per i prossimi Giochi Olimpici Tokyo 2020 e ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022. Come in ogni riunione, anche l’Esecutivo del Cio verrà aggiornato sulla situazione dei Comitati Olimpici Nazionali nella prossima riunione». Il messaggio per il governo di Roma è forte e chiaro. Qualora non bastasse, Conte e Spadafora possono sempre cliccare su francsjeux.com, sito di riferimento olimpico per i Paesi francofoni dove si scrive di «paradosso italiano: il Paese in quarta posizione tra le future Nazioni ospitanti i Giochi, dopo Giappone, Cina e Francia, rischia di andare a Tokyo senza bandiera e senza inno». Chissà se Conte e Spadafora conoscono il francese.

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