Così il report del Cio fa da scudo al Coni

Così il report del Cio fa da scudo al Coni© ANSA

Dedicato agli analfabeti della Carta Olimpica e ai politici politicanti che, martedì scorso, dopo l’approvazione del decreto per il Coni, hanno avuto l’improntitudine di affermare: comunque il Cio non avrebbe mai punito l’Italia mandandola ai Giochi di Tokyo senza inno, senza bandiera, senza squadre. Come no? Tanto che il giorno dopo, Bach dice: «Eravamo pronti a punire l’Italia. Le regole valgono per tutti, senza quel decreto il Coni contraddiceva la Carta Olimpica». E siccome fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, a Losanna hanno messo nero su bianco ciò che intendono fare nei 57 giorni (tre sono già trascorsi) entro i quali il Parlamento italiano deve convertire in legge il decreto. Cito testualmente dal report della riunione dell’Esecutivo Cio tenutasi in videoconferenza, addì 27 gennaio 2021 e presieduta da Thomas Bach. «Dopo intense discussioni e molte comunicazioni con il Coni e il governo italiano negli ultimi due anni...».«... il 26 gennaio 2021 è stato finalmente adottato un decreto dal Consiglio dei Ministri italiano per garantire che il Coni possa svolgere pienamente il suo ruolo e le sue operazioni di Comitato Olimpico Nazionale riconosciuto dal Cio in maniera autonoma, come da Carta Olimpica e come richiesto dal Cio e Coni. Resta quindi inteso che la situazione è stata ora risolta a livello politico. La Direzione Relazioni con i Comitati Olimpici Nazionali del Cio continuerà a monitorare da vicino la situazione con il Coni per fare in modo che il Coni possa effettivamente riprendere le proprie attività senza ulteriori indugi e concentrarsi pienamente sui preparativi per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020». Esegesi per gli analfabeti della Carta Olimpica, per i quali, più che mai vale la sentenza degli antichi padri: repetita iuvant.

1) occhio all’incipit («Dopo intense discussioni e molte comunicazioni con il Coni e il governo italiano negli ultimi due anni»): esso ricorda al governo italiano come la questione fosse irrisolta da due anni, nonostante le «intense discussioni». 2) Occhio a quel «finalmente»: l’avverbio esprime il senso di liberazione provato a Losanna e al Foro Italico alla notizia del decreto. 3) Occhio a ciò che farà la Direzione Relazione con i comitati olimpici, cioè il mastino scozzese James MacLeod: egli punterà indice e medio verso i propri occhi e poi dirigerà le due dita verso gli occhi di Conte o chi per esso governerà la «Nazione leader dell’olimpismo, a livello agonistico e organizzativo, un esempio per tutti. Gli atleti azzurri hanno combattuto il virus e con il loro comportamento hanno incoraggiato tutta la popolazione». Firmato Thomas Bach, un signore che, di Carta Olimpica, sì che se ne intende.

 

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