Rio 2016, fenomeno Bolt: oro in 9"81 

Il campione supera Gatlin e De Grasse confermandosi per la terza volta consecutiva a livello olimpico
Rio 2016, fenomeno Bolt: oro in 9"81 © EPA

RIO DE JANEIRO - Il fulmine scrive un’altra pagina di leggenda, battendosi il petto appena ripreso il solito rivale, Justin Gatlin. Magari è meno brillante del solito per via dell’infortunio, ma ugualmente dominante. Del resto c’era un mondo a spingerlo e 50.000 allo stadio Olimpico. Usain Bolt. ll pubblico di Rio si alza in piedi fin dalla presentazione degli 8 uomini più veloci del mondo. Resterà fino alla fine. Come a un concerto rock. Un rito. Anzi è un western con il buono e il cattivo. Perché Justin Gatlin è il nemico, squalificato per doping. L’atletica ha bisogno di Bolt. E pure lui lo crede. Ma allo sparo è Gatlin a bruciare tutti. Ma Il giamaicano non ha smarrito la progressione, ai 40 esplode e risale, lo riprende, lo supera stavolta a tre passi dal traguardo. 9"81 a 9"89. Terzo il canadese Andre De Grasse in 9"91, suo personale. Sei uomini sotto i 10". Bolt può esultare, inginocchiarsi a pregare, fare il giro d’onore con la mascotte dei Giochi. Mentre il dj mette Jammin di Bob Marley e lui si sottopone a selfie con la sua gente. Mamma compresa. Mentre il pubblico ripete coma un matra “Bolt Bolt Bolt Bolt”. E riesplode quando Usain mima il lampo.

PUBBLICO IN DELIRIO - La passione folle era già esplosa in semifinale un’ora e 20' prima. Ascoltare uno stadio intero urlare in delirio il tuo cognome. Salutare e sentire l’urlo farsi ancora più potente. Correre la semifinale in 9"86, trovando il tempo di guardarti attorno. Mentre poco dopo Justin Gatlin si sorbirà boati e fischi di disapprovazione. Perché la gente non dimentica. Tutto a pochi giorni dai 30 anni. I capelli si sono diradati, la classe no. Basta che allarghi le braccia per essere un dio dell’Olimpo. E’ il settimo oro olimpico, cui aggiungere gli 11 titoli Mondiali. Una sola sconfitta quando conta, ma per squalifica a Daegu. Anche all’ultimo valzer resta un fulmine: 9"69 Pechino, 9"63 Londra, 9"81 qui. I tempi della leggenda. Eppure tecnicamente gli ruba la scena Wayne Van Niekerk, già campione mondiale dei 400, che si permette non soltanto di conquistare l’oro ma di cancellare sua maestà Michael Johnson e il 43"18. E’ 43"03 il nuovo primato. Incredibile a vedersi la naturalezza della corsa del sudafricano... L’ovazione che ne segue sfiora quasi quella per Bolt. Ma è carica di stupore.

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