Olimpiadi di Tokyo: secondo sopralluogo per gli azzurri del ciclismo

Continua il test sul percorso per la prima gara dei Giochi, in scena sabato 24 luglio: il caldo e l'afa giocheranno un ruolo importante. Arriva anche Viviani
Olimpiadi di Tokyo: secondo sopralluogo per gli azzurri del ciclismo© EPA

TOKYO (GIAPPONE) - Oggi Vincenzo Nibali, Damiano Caruso, Alberto Bettiol, Gianni Moscon e Giulio Ciccone (per lui allenamento un po' più lungo rispetto ai compagni di squadra) si avvicinano alla prima gara di ciclismo delle Olimpiadi di Tokyo: la prova strada in linea maschile, in scena sabato 24 luglio. Gli azzurri, già arrivati in Giappone, hanno testato il percorso confermando le impressioni del giorno prima: il caldo e l'afa giocheranno un ruolo importante. La prova in linea maschile si svolgerà su una distanza di 234 km., con 4865 metri di dislivello. Il punto più alto sarà la salita Fuji Sanroku, GPM a 1451 metri di altitudine, a circa 90 chilometri dalla conclusione. La salita misura 15 km con una pendenza media del 6%. A 30 chilometri dall'arrivo c'è il passaggio forse più insidioso: Mikuni Pass, 6.5 km di lunghezza con una pendenza media del 10% e punte al 22%. L'ultima difficoltà altimetrica sarà il Kagosaka Pass (212 km). Il programma olimpico del ciclismo prevede ogni giorno l'assegnazione di un titolo, fino a mercoledì 28 luglio, giorno delle cronometro. Il 30 luglio è prevista la finale del BMX, mentre dal 2 di agosto il via al torneo della pista.

Viviani arriva in Giappone

Intanto sono partiti oggi per il Giappone Elia Viviani, portabandiera con Jessica Rossi, Filippo Ganna, impegnato il 28 luglio nella cronometro e poi nel torneo in pista, Elisa Balsamo, riserva della strada donne e impegnata anche lei nella pista, e Giacomo Fantoni, BMX race. Con loro anche il presidente della FCI Cordiano Dagnoni e i CT Marco Villa e Tommaso Lupi. "Rappresentare l'Italia e portare il Tricolore è un privilegio e un sogno - le parole di Viviani -. Mi impegna a fare meglio, come atleta e come uomo, anche nei confronti dei miei compagni di squadra. Un ruolo che pesa, ma che mi esalta e rende felice." A lui, è seguita l'analisi del presidente Cordiano Dagnoni "Credo che la nostra spedizione vada serena, consapevole di aver lavorato al meglio. I risultati non sono scontati e non vogliamo alimentare false illusioni. Personalmente mi dispiace solo non poter presenziare alla cerimonia di apertura con il nostro portabandiera. Quello di Elia è un ruolo per cui abbiamo lottato e di cui siamo particolarmente orgogliosi". 

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