Il portavoce Cio: “Sul passaporto sono donne”
"Queste atlete sono idonee, sono donne sul loro passaporto. Competono da molti anni. E penso non sia utile iniziare a stigmatizzare le persone che praticano sport come questo - ha detto il portavoce del Cio Mark Adams nel corso nel briefing quotidiano in merito alle preoccupazioni odierne - Ma sono donne, hanno gareggiato a Tokyo 2020. Penso che tutti noi abbiamo la responsabilità di cercare di mitigare questa situazione e non trasformarla in una sorta di caccia alle streghe. Si tratta di atlete che hanno gareggiato nella boxe per molti anni. Sono donne nei loro passaporti”.
Gli altri casi di Parigi
Come Khelif, anche un'altra boxeur ha avuto il via libera del Cio. Si tratta della taiwanese Lin Yu-ting, che come l'algerina era stata estromessa dai mondiali 2023 perché non l'esame del Dna aveva aveva evidenziato che aveva cromosomi XY, ovvero quelli maschili. Per il Cio invece contano i livelli di testosterone. E qui a Parigi sono finite nel mirino dei sospetti anche due calciatrici dello Zambia: entrambe lasciate fuori dalla Coppa d'Africa sempre per eccesso di ormoni maschili hanno segnato 5 gol in 56' nel match contro l'Australia. Una delle due è Barbra Banda, già in passato al centro di polemiche.