Europei, Velasco: "Italvolley di fenomeni, De Giorgi può aprire un ciclo"

Nel giorno della finale contro la Polonia, parla il nuovo allenatore del Busto Arsizio: "Il muro-difesa era una lacuna storica, adesso è un punto di forza"
Europei, Velasco: "Italvolley di fenomeni, De Giorgi può aprire un ciclo"© LAPRESSE

La UYBA Busto Arsizio torna a regalare Julio Velasco alla pallavolo, quella con l'appuntamento settimanale. Un dono vero perché l'uomo, pur passando le primavere, è lo stesso di quando iniziò a vincere a Modena e poi in azzurro con
la Generazione dei Fenomeni.

Come allora è affamato di esperienze, di palestra, di imparare e migliorarsi, di applicarsi anche in un mondo sulla carta
"non suo", un club femminile. Una scelta che spiega così, senza tanti giri di parole: «Avevo desiderio di questa esperienza, perché era l'unica che mi mancava e quando ho iniziato a manifestarla c'era scetticismo nell'ambiente, invece il Presidente Pirola si è subito dimostrato interessato, ed eccomi qua con una squadra giovane. I giovani di oggi sono straordinari, chi ne parla male è solo invidioso».

Nel corso della sua presentazione ufficiale organizzata dalla UYBA del presidente Pirola in quel di Milano, un apostrofo di pallavolo rosa, tra semifinali e finali dell'Europeo maschile, il tecnico ha, come sempre, spaziato su tutti i temi della pallavolo di oggi, dagli azzurri vincenti di De Giorgi, alla presunta favorita nel campionato femminile, dalle azzurre che oggi aprono il cammino nel preolimpico ad un consiglio alla "fuoriclasse Paola Egonu".

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Velasco non si sottrae e parla di tutto, o quasi. L'Italia di Fefè è in finale con la Polonia:

«L'avevo già detto che vedevo una finale Italia-Polonia. Possono esserci anche altre squadre, ma in questo momento storico queste due squadre potranno dar vita a molte altre finali».

La chiave del successo.

«Contro la Francia l'Italia ha fatto diventare quello che spesso è il punto debole delle squadre italiane, ovvero la difesa e il muro, il suo punto forte, anche l'attacco in parte. Però la difesa è stata fenomenale. Ma ora non chiedetele di vincere sempre perché come cantava De Gregori “non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore”. Insomma può vincere e anche perdere, ma questo non deve cambiare il giudizio su questo gruppo. Questa è una squadra che può aprire un lungo ciclo, visto che fisicità?»

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Mentre il numero uno bustocco confessa che semmai qualcuno venisse a bussare alla porta di Velasco per la nazionale femminile lui non potrebbe essere di ostacolo, anche se con il tecnico a Busto si vuole programmare a lungo termine, l’italioargentino interviene anche sulla Nazionale di Mazzanti che di rigori, a proposito di De Gregori, all’Europeo ne ha sbagliati diversi.

«Non so che cosa è successo. So per esperienza che da fuori non si conoscono tutte le situazioni interne. Ora le azzurre vanno a queste qualificazioni nella situazione diffi cile in cui si trovano, con le assenze di cui si sa. Possono far bene comunque a patto che non pensino a quello che è stato o a quello che non c’è. Con quello che c’è devono andare a vincere. Si parla tanto dei problemi, anche se così fosse, ora non conta».

Io e la Nazionale femminile?

«Lasciamo stare le voci, di fronte ad una qualifi cazione olimpica dobbiamo lasciarle tranquille e fare il tifo per loro».

E Paola Egonu? Velasco ne parla con ammirazione.

«La prima di campionato la mia UYBA gioca contro Milano. Non so se sono le favorite allo scudetto, ma so che sarà durissima. Dovremo comunque giocare all’attacco, per vincere, perché solo così si impara. Ho già detto alle mie ragazze che non dobbiamo pensare di murare Egonu, pensiamo a difenderla, anche se è difficile anche quello. Come si gestisce una fuoriclasse come lei? Ah, la parola fuoriclasse già indica qualcuno che è oltre. Non c’è una modalità per gestire un fuoriclasse. Gestire Maradona è diverso che gestire Messi, Messi a sua volta è diverso da Ronaldo. L’unico consiglio che mi sento di dare a Paola, giocatrice sulla bocca di tutti, ora è quello di non stare ad ascoltare ciò che dicono e pensano gli altri ma di dare importanza a quello che solo lei pensa di se stessa. Quest’anno deve lasciar perdere tutto, non leggere nulla, e lavorare duro come non ha mai fatto prima, più di qualsiasi altro anno nella sua vita».

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La UYBA Busto Arsizio torna a regalare Julio Velasco alla pallavolo, quella con l'appuntamento settimanale. Un dono vero perché l'uomo, pur passando le primavere, è lo stesso di quando iniziò a vincere a Modena e poi in azzurro con
la Generazione dei Fenomeni.

Come allora è affamato di esperienze, di palestra, di imparare e migliorarsi, di applicarsi anche in un mondo sulla carta
"non suo", un club femminile. Una scelta che spiega così, senza tanti giri di parole: «Avevo desiderio di questa esperienza, perché era l'unica che mi mancava e quando ho iniziato a manifestarla c'era scetticismo nell'ambiente, invece il Presidente Pirola si è subito dimostrato interessato, ed eccomi qua con una squadra giovane. I giovani di oggi sono straordinari, chi ne parla male è solo invidioso».

Nel corso della sua presentazione ufficiale organizzata dalla UYBA del presidente Pirola in quel di Milano, un apostrofo di pallavolo rosa, tra semifinali e finali dell'Europeo maschile, il tecnico ha, come sempre, spaziato su tutti i temi della pallavolo di oggi, dagli azzurri vincenti di De Giorgi, alla presunta favorita nel campionato femminile, dalle azzurre che oggi aprono il cammino nel preolimpico ad un consiglio alla "fuoriclasse Paola Egonu".

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