TORINO - Taranto, la nuova dimensione. Filippo Lanza è alla seconda stagione con la maglia della Gioiella Prisma e ha trovato in Puglia il posto giusto per continuare a giocare e divertirsi. Se poi arrivano le soddisfazioni, come la scoppiettante vittoria contro Milano della prima giornata di Superlega, allora il cerchio si chiude restituendo al campionato un campione, argento alle Olimpiadi di Rio ‘16 con la maglia azzurra.
Lanza, che valore ha per Taranto questo successo alla prima di campionato?
«Un risultato molto importante, anche per il modo in cui è maturato con una partita travolgente. Cercare la vittoria è il 1º obiettivo di questo anno, anche se siamo consapevoli che ci sono tante avversari tosti e organizzati. Domenica siamo andati in campo senza paura, spavaldi. Abbiamo affrontato la partita con l’atteggiamento giusto. Milano era appesantita da alcune sue difficoltà e poi, forse, non si aspettavano che fossimo così organizzati».
Quali sono gli obiettivi?
«Questa squadra da quattro anni resiste e persiste nella lotta per la salvezza. La società ha costruito un organico con l’obiettivo di salvarci ancora una volta. Puntiamo a vincere più partite possibili per dare una risposta alle aspettative della città e del Sud, visto che siamo rimasti l’unica realtà presente in Superlega».
La città avverte questo valore?
«Siamo l’unica realtà cittadina a prendere parte ad un campionato di massimo livello. Qui era forte il calcio, ma ora è in difficoltà. La nostra presenza è molto sentita, percepita e valorizzata. Poi c’è un tifo molto caldo, che sa trascinarti».
Le caratteristiche di questa Taranto?
«È un gruppo bello e generoso. Un gruppo che ha voglia di farsi vedere in campo. Ci sono tre giocatori, D’Heer, Gironi e Alonso, dalle grandi potenzialità, ma che l’anno scorso stavano in panchina nei loro club. Tutti quanti hanno voglia di far sentire la loro voce e la società gli ha dato la possibilità di mettersi in gioco. Altro giocatore interessante è lo schiacciatore Brodie Hofer che lo scorso anno era in Polonia, ma viene da una retrocessione e ha voglia di riscatto».
E quali sono le aspettative e gli obiettivi di Filippo Lanza?
«Mi trovo bene, qui c’è un clima familiare. Non manca la pressione, perché la corsa per la salvezza è sempre tosta. Ma è una società che ci crede, che sta crescendo e che ce la sta mettendo tutta per la città e per i giocatori. Mi trovo bene, ho tanta voglia di giocare e mi diverto. È una sensazione importante per me. Ho la voglia di non sentirmi vecchio e continuare a fare belle prestazioni. Sono consapevole dello scorrere del tempo, ma cerco di mantenere la mia positività».
Il suo modello è Matej Kaziyski che a 40 anni è ancora protagonista?
«Per me è un eroe. Io ho iniziato a giocare in massima serie con lui. Mi ha sempre sostenuto e ha sempre creduto in me. È un grande modello».
Cosa pensa dei giovani leoni di questo ciclo della Nazionale?
«Mi piacciono molto. Non solo dal punto di vista tecnico. Sono stati bravi a creare un bel gruppo, li vedo molto legati tra loro. Io ho avuto un percorso bello e vincente. Quando uscì dal giro della maglia azzurra un po’ di amaro in bocca ci fu. Poi ho capito che il cambio era legato, più che alla persona, alla esigenza di cambiare e ringiovanire aprendo una strada a giovani che si stavano formando e che portavano in dote valori importanti».