© FIORENZO GALBIATIFrancesco Recine ha scelto Milano per vincere. "È quello che proveremo a fare. Sarà una stagione dura. L'abbiamo già vista dalla prima partita, però il nostro gioco sarà questo: lottare in ogni partita, su ogni pallone". Qual è l'obiettivo della Powervolley Milano? "Andare in Final Four di Coppa Italia, avere una buona posizione in classifica a fine campionato e tentare di combattere per entrare nelle prime quattro e fare le semifinali scudetto. E a livello europeo arrivare in fondo. Dobbiamo farlo, possiamo farlo. Dire che giochiamo per partecipare, mai. Quindi…". E quello di Francesco Recine? "Dopo il Giappone, mi sento cresciuto, maturato, più forte. Spero possa essere un anno pieno di soddisfazioni anche con la Nazionale perché ho un obiettivo personale che vorrei raggiungere…Dentro di me c'è sempre il pensiero di poter aprire un ciclo con l’Italia. Voglio vincere tutto, voglio andare alle prossime Olimpiadi dopo aver sfiorato il sogno di Parigi 2024. Sarebbe il più grande sogno. Per riuscirci so che devo migliorarmi ogni giorno. È quello che voglio fare qui a Milano". Quali sono le avversarie di Milano? "Tutte. Tutte le squadre che avremo di fronte, senza nessuna distinzione perché puoi vincere contro la prima e rischiare contro l'ultima, non puoi mai abbassare la guardia, negli ultimi anni è diventato così la SuperLega".
"In Giappone una grande esperienza a livello umano"
Cosa le ha lasciato l’esperienza vissuta in Giappone? "Tanto, soprattutto a livello umano. Ho vissuto in perfetta solitudine per nove mesi, concentrandomi solo sulla pallavolo. Sono stati mesi di crescita interiore: ho capito un po' più di Francesco, di come gestire anche le situazioni complicate che mi si sono presentate. È stata un'esperienza incredibile, che un giorno vorrei rifare. Sono stato felicissimo di aver preso quel treno". Cosa ha imparato in Giappone? "La tecnica. Fisicamente sono tutti come me. Tutti “bassetti” che saltano e pensano più alla seconda linea. Giocare lì mi ha dato la possibilità di diventare un giocatore che deve pensare sempre a fare il punto, quello che deve attaccare tutti le palle". Perché è tornato indietro? "Perché sono giovane (compirà 27 anni il prossimo 7 febbraio, nda) e vivere da solo nove mesi è stata dura. Ho i miei genitori qui, tutti gli amici. Sono tornato nel mio campionato, il campionato più bello del Mondo". È più difficile per un italiano andare in Giappone o per uno straniero venire in Italia? "Uno straniero in Italia fa molta fatica, soprattutto il primo anno. Cambia il muro, cambia la velocità della palla, cambia tutto, non è semplice. Anche io all’inizio, anche se ho giocato sei anni in Superlega, quando sono tornato ho dovuto ambientarmi perché sul muro tutti uscivano con il petto sopra da rete, mentre io avevo abbassato i colpi…".
