Roberto Cominetti torna a giocare nella 'sua' Bergamo

Lo schiacciatore venticinquenne, dopo due promozioni di fila a Taranto e Reggio Emilia, dove ha conqiuistato anche la Coppa Italia, torna a giocare nella squadra dove ha mosso i primi passi da pallavolista
Roberto Cominetti torna a giocare nella 'sua' Bergamo

BERGAMO- Due promozioni di fila, a Taranto e Reggio Emilia, una Coppa Italia sempre con il Volley Tricolore, doppio MVP di Coppa Italia e play-off. Roberto Cominetti lascia la squadra nella quale lo scorso anno ha fatto faville per tornare a giocare nella sua città. A 25 anni ha trovato l'accordo con la società dove ha mosso i primi passi pallavolistici prima di trasferirsi a Monza da dove ha spiccato il volo verso traguardi sportivi importanti. Il suo valore è sotto gli occhi di tutti, il peso ed il significato del colpo di mercato messo a segno dalla dirigenza orobica non hanno bisogno di ulteriori commenti. Perché è un cerchio che si chiude. E una storia di famiglia che può finalmente proseguire sulle orme di papà Luciano, prima giocatore e poi allenatore di Sav e Olimpia. Di padre in figlio. Sembra un romanzo, è la splendida realtà.

LE PAROLE DI ROBERTO COMINETTI-

UN BERGAMASCO A BERGAMO –

« Giocare con la maglia ed i colori della mia città con l’obiettivo preciso di portarli in alto è uno stimolo enorme. A Bergamo ho vissuto la mia infanzia, voglio che il mio presente ed il mio futuro anche extra campo siano qui. Poi giocare davanti alla mia famiglia e a tanti amici sarà una ragione in più, una carica ulteriore ».

AGNELLI TIPIESSE E BASTA –

« Già nella scorsa stagione si era presentata l’opportunità. Ma avevo bisogno di quella continuità che ho trovato a Reggio Emilia. Adesso però mi sento pronto e molto motivato. Dunque appena ho ricevuto la proposta non ho voluto ascoltare altro. Un’occasione del genere non si poteva lasciar sfuggire. E’il momento giusto. Ho raggiunto la maturità sul piano fisico, tecnico e mentale ».

TARANTO, LA PRIMA PROMOZIONE –

« Un’esperienza decisamente formativa. Quando sono arrivato non ero pronto, ho accusato la pressione. Invece, gradualmente, sono cresciuto all’interno di una squadra formata da ragazzi abituati a vincere e che erano stati acquistati per continuare a farlo. Da loro ho preso tutta l’esperienza possibile, che si è rivelata determinante per il mio percorso ».

REGGIO EMILIA, UN CLAMOROSO BIS –

« Avevo bisogno di giocare, ho trovato il campo, la continuità d’impiego e di rendimento. Reggio mi ha dato la libertà d’esprimermi, senza quelle pressioni che poi giustamente ci siamo creati cammin facendo a suon di risultati. Anche perché sotto pressione mi trovo alquanto a mio agio e ne beneficia la qualità della mia performance. Al rientro dal Covid, il ko con Bergamo al PalaBursi ha fatto scattare qualcosa in noi. Il quarto parziale perso ai vantaggi è stata la scintilla per farci capire che, una volta trovata la forma, avremmo potuto superare ogni avversaria. E così è stato. Abbiamo scritto una pagina di storia che dev’essere un insegnamento per l’intero movimento pallavolistico, non solo per la A2. L’arma in più è stata la tranquillità. Ma anche il saper mettere sul taraflex la forza dei nervi distesi. Perché quando si andava sotto di 5-6 punti non si è mai persa la bussola. Abbiamo atteso pazientemente il momento per tornare in carreggiata e superare. E’la stessa ricetta che voglio portare a Bergamo perché è uno status determinante per fare grandi cose ».

 

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