La World Cup è sparita dai radar. Almeno quella degli azzurri che, domani mattina alle 5.30, affronteranno l'Egitto ma la cosa passa un po' sotto traccia. Non è solo una questione di orario, si gioca in Giappone e il fuso non aiuta, ma c'è di più. In ultima analisi conta il fatto che questa manifestazione non conti per la stagione azzurra che si è risolta, più che felicemente, con la vittoria nel torneo di qualificazione olimpica. A Bari abbiamo battuto la Serbia che poi è diventata campione d'Europa. Vincere a Bari era fondamentale. Sull'onda del successo abbiamo voluto credere che avremmo affrontato anche il torneo continentale con lo stesso ardore. E' bastata una buona Francia per riportarci al punto di partenza. Non è grave ma è la conferma di un modo di essere della nostra Nazionale che alterna cose egregie e cose meno. In questo quadro la World Cup così lontana, e così vicina a tutto il resto, partiva da presupposti sbagliati. La mente è già a Tokyo ma ci vorrà una buona dose di furore per onorare l'argento di Rio.