Italvolley mondiale, un’estate di crescita poi solo capolavori

Un anno fa la Federazione affidò a De Giorgi la rifondazione e fu subito una storia vincente nel segno della maglia azzurra
Italvolley mondiale, un’estate di crescita poi solo capolavori© EPA

L’estate 2021 è stato un crocevia importante per tutto lo sport italiano. Lo è stato anche per il volley, perché in quella fortuna stagione è nato il gruppo azzurro che nonostante l‘età media molto bassa è già diventato protagonista del panorama internazionale. L’estate di un anno fa si divide tra un prima e un dopo. Prima c’era il gruppo del ct Chicco Blengini, un gruppo che aveva raggiunto l’argento olimpico e che cercava a Tokyo il suo ultimo ballo, meglio se condito da un po’ di gloria. Quel gruppo si fermò ai cancelli del cielo, stoppato dall’Argentina quando la zona medaglie sembrava davvero vicina. Il dopo è stata la missione di Ferdinando De Giorgi a cui la Federazione ha affidato il compito di rifondare cercando di mettere insieme le certezze (Simone Giannelli in regia) alle belle promesse (Alessandro Michieletto) alle nuove scommesse (Yuri Romanò). La Federazione chiese a De Giorgi di impostare un progetto di prospettiva che avesse come suo orizzonte temporale le Olimpiadi di Parigi 2024. Da qui è iniziato il cammino in un’estate non torrida, ma calda per i successi dello sport azzurro.

Buoni auspici

Il gruppo del commissario tecnico azzurro è nato sotto questi buoni auspici. De Giorgi aveva il pregio di rappresentare un ideale filo rosso, capace di ricollegare il lavoro di quell’estate al momento più alto del nostro volley maschile. Perché De Giorgi ha fatto parte di quella generazione dei fenomeni che permise all’Italia di dominare gli anni ‘90 e conquistare tre Mondiali di fila. Nel 1998 a Tokyo c’era anche lui nella squadra allenata da Bebeto, lui che li ha vinti tutti e tre i titoli della squadra plasmata da Julio Velasco. Ecco, nell’estate del 2021 il compito di plasmare il gruppo è toccato al tecnico pugliese. Cosa successe in quei giorni di ritiro lo racconta lo stesso De Giorgi in “Noi Italia Pallavolo”: «Il senso del progetto era quello di fare in maniera che i ragazzi sentissero l’appartenenza e l’attaccamento all’azzurro della nostra maglia. Mi diedi subito da fare con il mio staff per far scoprire ai ragazzi il gusto di una ricerca comune di miglioramento. Così prese corpo il “Noi Squadra” che i ragazzi sperimentarono come un vero lievito di crescita». Così il tecnico mise insieme gli ingredienti del nuovo gruppo azzurro. Il composto avrebbe potuto impazzire come una maionese non riuscita, invece crebbe come un soufflé. Alta cucina, così alta da farci scoprire anche giocatori che fino ad allora non avevano calcato palcoscenici importanti (è il caso dell’opposto Romanò) e farci scoprire che il movimento italiano aveva molti giovani da buttare la mischia, come hanno dimostrato poi i successi a ripetizione delle giovanili agli Europei di categoria. A completare il cammino di un’estate pazzesca arrivò il successo agli Europei. Un successo importante per il gruppo ma anche per tutto il movimento italiano, come sottolineò Julio Velasco: «Quella dell’Europeo non è solo la vittoria della squadra, ma di tutto il movimento italiano. Se non ci fosse stato quel primo allenatore a portare in palestra Michieletto, se non ci fosse stata la prima società che lo fece giocare, noi non avremmo questa squadra. Questo oro è di tutta la pallavolo italiana». Adesso che il cammino è proseguito e ha portato quel gruppo alla finale del Mondiale, l’importante è restare “Noi Italia” e continuare su quel sentiero imboccato in un’estate da ricordare.

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