Mondiali - Un bronzo per tenere a bada i rimpianti delle azzurre

I Mondiali dell'Italia sono finiti con la vittoria contro gli Stati Uniti. Un risultato obbligato, anche se non scontato, in un quadro di grande amarezza
Mondiali - Un bronzo per tenere a bada i rimpianti delle azzurre

TORINO - Il bronzo c’è ma anche i rimpianti. Le azzurre hanno chiuso il loro Mondiale con la conquista del terzo posto del podio. Battuti 3-0 gli Stati Uniti. Non era mai successo, ma tutte avrebbero voluto non provarla questa esperienza e volare ad una finale coltivata per un anno come giusto epilogo di un percorso iniziato quattro anni prima. A giocarsi l’oro saranno altri. Ci sarà il Brasile che ci ha mandati al tappeto per due volte e ci sarà la Serbia che, forse, ci umilia ancora di più perché è arrivata alla finale alla stessa maniera in cui ci arrivarono le nostre donne terribili quattro anni fa. La rabbia per la sconfitta di giovedì si è appena stemperata nel senso del dovere di queste professioniste che sono scese in campo ad Apeldoorn sapendo che il loro compito era quello di chiudere qualsiasi polemica. La medaglia di bronzo come un tappo con cui chiudere il vaso di Pandora di tutte le incongruenze e degli sbagli commessi dai giorni di Tokyo alla doppia sfida con le brasiliane. E così è stato. Le azzurre sono state aiutate da due circostanze. In primo luogo sono state spinte a ricomparsi nel momento in cui stavano soffrendo di più per via di alcune prese di posizione sui media. In secondo luogo sono state aiutate dagli Stati Uniti che hanno portato in campo una squadra così così, che ha pagato alcune assenze importanti. Su tutte quella di Jordyn Poulter, sostituita da Carlini che con Novara vinse una Champions prima di sparire dal campionato italiano, e della schiacciatrice Al Frantti vista le scorse stagioni a Chieri e ora accasata a Casalmaggiore. Il bronzo non era scontato ed è giusto che ora sia motivo d’orgoglio. Eppure in tutte, e tutti, c’è la consapevolezza che il posto della Nazionale italiana sarebbe dovuto essere su un altro gradino del podio. Per fortuna nello sport la sfida continua e domani è sempre un altro giorno.

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