Italvolley flop, la differenza tra maschile e femminile. E c’è un’ultima chance

Gli azzurri Campioni del Mondo falliscono a Rio nel torneo di Qualificazione Olimpica, ma possono rientrare grazie al ranking. De Giorgi può contare su un gruppo coeso e su nuovi talenti emergenti
Italvolley flop, la differenza tra maschile e femminile. E c’è un’ultima chance

ROMA-Dopo i trionfi del 2021 (Europei al maschile e al femminile), e del 2022 (Mondiale maschile e VNL femminile) sono arrivati, inattesi i flop di questo 2023 di entrambe le nazionali. Un passo indietro inaspettato che ha visto l’Italia fallire su tutti i fronti.

Dopo la nazionale di Mazzanti anche quella di De Giorgi, dopo aver fallito davanti al pubblico del PalaEur l’assalto all’oro continentale, non è riuscita a qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi 2024. Nel torneo di Rio Giannelli e compagni si sono arresi nell’ordine a Germania, Cuba e Brasile, presentandosi al torneo di qualificazione con le pile scariche, involuti nel gioco e minati nelle convinzioni. Probabilmente le energie mentali e fisiche erano state spese tutte per vincere il titolo continentale giocato nei palazzetti italiani, davanti a tifosi entusiasti e straripanti. Svanito l’obiettivo è evidente come il gruppo azzurro abbia accusato moralmente, il colpo senza avere il tempo di ricaricare le pile prima dell’appuntamento che valeva il pass per i Giochi.

Le attenuanti per De Giorgi-

 A complicare le cose l’infortunio che ha estromesso dalla lista dei convocati Roberto Russo. Il centrale palermitano era stato per tutta l’estate uno dei più positivi nel ruolo e la sua assenza, sommata a quella di Simone Anzani, fermato al termine del campionato scorso per problemi cardiaci, ha aggravato le cose. De Giorgi si è trovato improvvisamente senza entrambi i posto 3 titolari e ha dovuto far ricorso a Sanguinetti e Mosca, due millenials di grande talento ma sicuramente ancora acerbi per certi livelli. Proiettati nell’agone quasi a sorpresa hanno dato il massimo ma il loro rendimento non è stato sempre omogeneo e continuo ed il delicato meccanismo di gioco azzurro ha smesso di funzionare come nelle partite precedenti alla finale di Roma. Soprattutto il muro non ha più fornito quel contributo che era stata una delle armi vincenti della nostra nazionale.

Sarebbe però troppo semplicistico attribuire soltanto a questo il flop delle Qualificazioni Olimpiche. Altri giocatori sono calati in maniera evidente dal punto di vista fisico. Romanò, Lavia e Michieletto, tanto per fare i nomi senza nascondersi, protagonisti assoluti del successo mondiale di un anno fa, hanno palesato stanchezza e minor potenza, penalizzando il nostro gioco offensivo.

Un passo indietro che va ricercato anche in alcune discutibili, e forse inevitabili, scelte che hanno  creato problemi al tecnico e ai giocatori. Disputrare l’Europeo girovagando per l’Italia (Bologna, Perugia, Ancona, Bari e Roma), per soddisfare l’entusiasmo dei tifosi da nord a sud della penisola, mentre altre nazionali hanno avuto la possibilità di giocare in un’unica sede, ha certamente ridotto i tempi per allenarsi e per riposarsi. Questo alla lunga non ha pagato. L’Italia inoltre ha raggiunto il Brasile soltanto alla vigilia del Torneo Pre-Olimpico, tre giorni prima dell’esordio, senza avere avuto il tempo per acclimatarsi e disputare amichevoli, mentre, tanto per esemplificare, la  Germania, battuta dagli azzurri nel girone di qualificazione degli Europei, ha potuto arrivare in terra carioca con largo anticipo e preparare l’appuntamento con maggiore meticolosità, presentandosi a Rio in gran spolvero, tanto da vincere tutte le partite, infliggendo all’Italia Europei un secco 3-0.

Un futuro da guardare con fiducia-

Un’ eliminazione inattesa dunque che fa male ma, come per la femminile, resta la possibilità di rientrare nelle 12 che andranno a Parigi attraverso il ranking. Sarà decisiva la prossima VNL. In ogni caso la situazione della nazionale di De Giorgi è ben diversa rispetto a quella caotica della femminile . Innanzitutto il tecnico gode la stima incondizionata di tutti i suoi ragazzi e l’ambiente appare solido e coeso. Inoltre c’è da sottolineare come nel roster stiano crescendo ragazzi che potranno garantire, nel prossimo futuro, soluzioni alternative rispetto a quelle che negli ultimi tre anni sembravano essersi cristallizzate, visto l’alto rendimento collettivo. Stiamo parlando su tutti di Tommaso Rinaldi e Alessandro Bovolenta che, pur in un contesto non certo favorevole, hanno saputo mettersi in mostra dimostrando di essere ormai maturi per entrare in pianta stabile nel sestetto base, ma ce ne sono altri. ‘Fefè’ ora avrà tutto il tempo per riflettere, di osservare con cura quanto offrirà l’imminente Superlega, e di vagliare tutte le potenzialità che offre il nostro campionato. Insomma, almeno in questo caso, nulla è ancora perduto….

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