Velasco ha incontrato l'Italrugby

Il CT della nazionale femminile ha accolto l'invito del connazionale Gonzalo Quesada, tecnico della nazionale azzurra della palla ovale, ed ha fatto visita agli azzurri in ritiro a Verona
Velasco ha incontrato l'Italrugby

VERONA-Proficuo scambio si esperienze fra il CT della nazionale di rugby Gonzalo Quesada e quello della nazionale femminile di pallavolo Julio Velasco. 

Il CT delle azzurre campionesse olimpiche e del mondo ha fatto visita all'Italia della palla ovale nel raduno di Verona dove sta lavorando in preparazione alle Quilter Nations Series.

Un momento di condivisione a 360 gradi tra staff, giocatori e il tecnico argentino invitato dal suo connazionale, Gonzalo Quesada, a trascorrere una giornata insieme al gruppo della Nazionale Italiana Maschile per un reciproco interscambio di informazioni legato alla preparazione di partite a livello internazionale.
Un curriculum sportivo, quello di Julio Velasco, che non ha bisogno di presentazioni: i successi raccolti con le Nazionali Italiane di Pallavolo – Maschile e Femminile – culminate con la vittoria di Mondiali e Olimpiadi, lo hanno portato ad essere riconosciuto come uno degli allenatori più vincenti nella storia dello sport mondiale. 

Le parole di Gonzalo Quesada, commissario tecnico della nazionale maschile di rugby

« La presenza di Julio Velasco in raduno è una grandissima opportunità per tutti noi, staff e giocatori e ci può essere da ispirazione. Ci ha chiesto di osservare le modalità di lavoro e passare una giornata con noi. Abbiamo poi avuto la possibilità di confrontarci con lui: è stato un momento molto importante per noi. Sono nato come allenatore condividendo metodologie con altri sport, considerando che in Argentina i club sono polisportivi: basket, calcio, tennis ». 

Le parole di Julio Velasco

« Quando giocavo a pallavolo ero in un club che aveva le sezioni Rugby, Hockey su prato, basket. Mi piace molto il Rugby e lo guardo spesso: ho anche giocato un anno quando ero più piccolo. Vedere come si lavora, come allenano, la velocità dei giocatori dal vivo: se lo vedi in tv non te ne rendi conto, ma da vicino è molto bello ». La prima cosa è che noi dobbiamo “convincere” i giocatori: fanno tutto loro in campo. Se non riusciamo a convincerli, le cose non funzionano. Dopo dobbiamo anche farle funzionare bene insieme: il gruppo unito aiuta a far funzionare le cose, ma anche il funzionamento delle cose aiuta ad avere un gruppo unito. E’ una sorta di “andata e ritorno”. Non significa necessariamente che sia una squadra vincente, ma che funzioni: a volte l’avversario è più forte e anche fare tutto quello che possiamo, non serve. Negli sport di squadra l’aiuto e la collaborazione tra i compagni di squadra non deve essere una questione “etica”: se lo è, meglio. Ma deve essere una delle componenti del gioco ». 

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