Un esordio olimpico che lascia sicuramente la voglia di tornare in Italia per ripartire nella preparazione del triennio olimpico che ci proietterà a Parigi 2024. Queste le sensazioni all’indomani dei suoi primi Giochi per l’arciera piemontese Tatiana Andreoli, che forse non è riuscita a esprimere appieno il suo potenziale sulla linea di tiro dello Yumenoshima Park Archery Field di Tokyo.
Ma, seguendo le orme della sua compagna di squadra Lucilla Boari, che alla sua seconda presenza alle Olimpiadi è stata capace di fare tesoro delle emozioni provate a Rio2016 e di mettersi al collo una storica medaglia al femminile conquistando il bronzo individuale, c’è spazio per maturare ulteriormente in vista del prossimo appuntamento a cinque cerchi.
Al termine delle frecce di qualifica l’azzurra, 22 anni in forza alle Fiamme Oro (e tesserata presso gli Arcieri Iuvenilia) e attuale n.21 del Ranking Mondiale, aveva ottenuto solamente il cinquantaduesimo posto in classifica (su 64), con 627 punti (sui 720 possibili). Il suo punteggio, sommato a quello delle sue compagne Chiara Rebagliati e Lucilla Boari, aveva qualificato la squadra femminile in ottava posizione con 1936 punti totali. Esclusa dalla gara MixedTeam, essendosi qualificata come terza al femminile, è tornata sulla linea di tiro per la gara a squadre.

Dopo aver vinto il primo turno degli ottavi di finale 5-3 sulla Gran Bretagna, la scalata è stata però fermata dalla corazzata Sud-Koreana, che non perde un match (e quindi una medaglia d’oro) da Seul ’88 quando è stata introdotto proprio la gara a squadre, e che ai quarti di finale rifila un perentorio 6-0 ai danni delle azzurre, per poi conquistare il nono oro Olimpico di fila.
«Le aspettative erano alte, anche ?perché prima di noi avevano vinto le squadre che partivano sotto nel ranking. Ci abbiamo creduto molto, anche perché ogni quattro anni si parte sempre con la speranza di essere noi la squadra che batte il colosso coreano. Non avevamo paura di loro e non avevamo nulla da perdere, considerando anche che ci eravamo qualificate come ultime e che al termine della competizione a squadre ci siamo classificate ottave. Sicuramente possiamo considerare questa grandissima esperienza come positiva. Usciamo dal campo a testa alta, perché ce l'abbiamo messa tutta contro le più forti al mondo», così Andreoli al termine delle sfide a squadre.
A distanza di qualche giorno, le arciere sono tornate in campo per le sfide individuali. Dopo un avvio promettente che ha portato sul 2-0 l'arciera piemontese (28-26), la francese Lise Barbelin?, a differenza dell'azzurra,? ha ritrovato il giallo ??andando a vincere 6-2, raggiungendo e superando ?la Andreoli con i seguenti parziali: 28-24, 27-25 e 30-25.
«Sapevo che non sarebbe stato un match facile, perché la Barbelin è uscita praticamente imbattuta in questa stagione. Onestamente pensavo di fare meglio, dopo la gara di qualifica ho cercato di convivere con alcuni problemi, pensavo di averli superati e invece è arrivato un 7 che mi dice che dovremo lavorarci ancora. Di certo si tratta di un'esperienza importante, anche se a livello di punteggi volevo fare di più. Maturando ho imparato a smettere di basarmi sugli altri e questa è una cosa molto positiva per la mia salute mentale, visto che è un argomento di cui si è parlato molto in questi giorni... Guardo avanti, mi tengo questa esperienza e volto pagina, anche perché le prossime Olimpiadi sono solo tra tre anni».

Si è dunque fermato subito ai 32simi di finale il percorso dell’azzurra, che ha avuto però modo di tifare e sostenere, sugli spalti vuoti, le sue compagne e Mauro Nespoli capace di conquistare con grande determinazione l’argento (la sua terza medaglia olimpica, la prima nell’individuale). L’esperienza nipponica si conclude dunque con un 33esimo posto individuale e il settimo a squadre.