VTT: anche una nutrizionista per la crescita degli Allievi

Le parole della specialista Giulia Francese sull’aspetto nutrizionale dei ragazzi
VTT: anche una nutrizionista per la crescita degli Allievi

Sono molte le professionalità che ormai ruotano nel mondo del tennis e alcune di loro sono meno visibili di altre ma parimenti importanti. È il caso di quella dei nutrizionisti, figure che curano fin dalla base i corretti stili alimentari e rappresentano un supporto essenziale in chi cresce facendo sport. Realtà che guardano al domani a tutto tondo dei ragazzi e fanno della qualità un loro credo, come la VTT di Lagnasco, non possono prescinderne.

La specialista di settore che opera presso il Tennisstadium, sede della VTT, è la 31enne biologa nutrizionista Giulia Francese: «Il nostro rapporto professionale – ricorda – è datato 2017 e si è andato via via evolvendo. Dopo la laurea ho iniziato un percorso presso un’azienda di Savigliano, quindi sono passata alla libera professione attivando diverse collaborazioni e assecondando così la sempre maggiore richiesta».

Quanto è importante curare oggi l’aspetto nutrizionale fin dalla giovane età?
«È fondamentale perché l’alimentazione fa parte di un concetto di salute inteso come benessere psicofisico. Lo stesso deve essere interiorizzato anche per abituarsi ad un altro aspetto basilare, per lo sportivo e la persona in genere, quello della prevenzione. Nello sportivo sono solita dire che l’allenamento parte proprio dalla tavola al fine di avere a disposizione la benzina necessaria nei momenti chiave onde evitare cadute nella performance».

Come vi rapportate con i genitori dei giovani allievi e come è cambiata la loro sensibilità sul tema?
«Cerchiamo i modi più adatti per coinvolgerli maggiormente rappresentando loro delle figure primarie nel rapporto con i figli e nostri allievi. La sensibilità è certamente aumentata ma purtroppo manca spesso il tempo. La dieta deve essere vista da tutti come uno stile di vita, non possiamo non imparare a mangiare».

Quali i segreti per ottenere i risultati sperati?
«È importantissimo il gioco di squadra con gli altri professionisti che lavorano in struttura, seguendo i ragazzi sui campi e nel dopo-scuola. Spesso, considerando che per molti giovanissimi la frutta e la verdura rappresentano un tabù, bisogna agire giocando anche in base all’età degli interlocutori e alla conseguente capacità di recepire il messaggio».

Quali i prossimi obiettivi e come perseguirli?
«Continuare nell’azione di sensibilizzazione intrapresa e lavorare sul singolo, personalizzando l’intervento. Solo quando il soggetto, da noi incuriosito e interessato, sente la necessità di un intervento di settore è possibile ottenere dei risultati».

Quale invece il sogno nel cassetto?
«Cercare di strutturare sempre meglio la mia professione integrandola in VTT e sul territorio, facendo del linguaggio comune con i colleghi un altro elemento di crescita».

Chiudiamo facendo un po’ di ordine sulla terminologia, dietista, nutrizionista, dietologa. Quali le differenze?
«La dietista compie un percorso triennale ed è una tecnica che può operare solo con prescrizioni mediche. La biologa nutrizionista ed è il mio caso (3 anni di studio in biologia e 2 di scienza dell’alimentazione) può operare in autonomia), la dietologa è un medico a tutti gli effetti. Il mio è un percorso che prende forma da una passione radicata nel settore e da un breve passato con disturbi dell’alimentazione».

La garanzia del risultato, una volta scelta la strada giusta, è assoluta nella consapevolezza che oggi anche l’esito di un quindici può cambiare se si possiedono le esatte energie per giocarlo.

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