
Ha vestito le maglie di Siviglia, Boca Juniors, Genoa, Fenerbahçe, Salernitana, e quella della sua Argentina: ma è a Roma che Diego Perotti ha trovato casa, calcisticamente e nella vita con la moglie Julieta e i due figli. Nella Capitale l’argentino è rimasto nel cuore dei tifosi per i suoi rigori chirurgici – vero e proprio marchio di fabbrica –, lo spirito d’abnegazione e certi momenti che si scolpiscono di diritto nella memoria collettiva di una tifoseria: su tutti, il goal del definitivo 4-1 nel derby di Roma, il 3 aprile 2016, e la storica rete che, nel giorno dell’addio al calcio di Francesco Totti il 28 maggio 2017, sancì al 90’ la vittoria dei giallorossi contro il Genoa garantendo l’accesso diretto ai gironi di Champions League.
Tra Gasperini e Ranieri
Proprio sulla Roma si è espresso Perotti nella sua recente intervista esclusiva nel salotto di Lottomatica.sport, soffermandosi in particolare su chi potrebbe essere il nome adatto a guidare la Roma nel prossimo ciclo: “Gasperini ti convince di quello che fa, ti prepara fisicamente. Riesce a far diventare fenomeni mondiali giocatori meno conosciuti.” È lui, dunque, l’uomo giusto per i giallorossi? “Ormai sta al livello dei 5 o 6 allenatori top mondiali, e a livello caratteriale non avrebbe problemi. Per me sarebbe perfetto.”
Oggi a Roma, e molto più che in funzione di semplice traghettatore, c’è Claudio Ranieri. “L’ho avuto per poco tempo, tre mesi”, ha dichiarato Perotti, soffermandoci sulle ormai note capacità del mister a livello di gestione di gruppo e umano: “riesce ad avere tutti coinvolti, ad andare tutti dalla stessa parte, che è una cosa difficile da trovare nel mondo del calcio”.
Non solo allenatori, però. Tra i calciatori di oggi, uno dei preferiti è Matías Soulé, come lui argentino, come lui in cerca di successi nella Capitale: “Fortissimo, il suo stile di gioco è quello che mi piace”, riferendosi alla capacità del classe 2003 di ricevere palla e puntare l’uomo nell’uno contro uno. Spazio poi per rivelare chi sono state le sorprese della Serie A 24/25: su tutti Retegui, poi Moise Kean e menzione per Lookman – “fortissimo, un giocatore che ogni anno cresce”.
Il Padel dopo il calcio
Archiviata la carriera professionistica, oggi l’argentino si è riscoperto appassionato di padel: “E’ un hobby che con tutti i tornei è diventato impegnativo a livello di tempistiche, ci sono tornei ogni due settimane. Rimane comunque sempre un hobby che mi ha fatto trovare un po’ di sollievo dopo aver lasciato il calcio. Giocare con altri ex compagni ti fa un po’ ricordare i vecchi tempi”.
L’ex Roma, dunque, si gode il presente tra sport, amici e famiglia, con lo stesso spirito che lo ha accompagnato sui campi di mezzo mondo, ma il calcio giocato manca: “quei secondi prima del tunnel, di entrare, i primi passi e guardare in alto, quella è la cosa che so che non ritroverò mai più.”
Per vedere l’intervista integrale di Diego Perotti e per ulteriori contenuti esclusivi puoi visitare il sito di informazione sportiva Lottomatica.sport.