Solo il 2% degli under 30 europei ha uno stile di vita “sano”: i rimedi

Il Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università patavina ha redatto un documento articolato in salute nutrizionale, cardiovascolare e respiratoria
Solo il 2% degli under 30 europei ha uno stile di vita “sano”: i rimedi

"Investire sulla salute dei giovani, sin dall’età pediatrica, è una priorità globale per garantire la salute in età adulta e prevenire alcune patologie per le quali non esistono cure intese come risoluzione del problema, ma solo terapie per rallentare i sintomi e controllare la progressione. Molto è stato fatto, ma molto occorre ancora fare se si considera che in Italia circa il 20% dei bambini è in sovrappeso e il 10% è obeso", sottolinea Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP). "Non meno preoccupante è il fatto che un giovane su 4 non pratichi alcuna attività sportiva, che il 60% dei bambini abbia il primo cellulare tra i 10 e gli 11 anni, che il 20-25% dei giovani fumi e che l’uso delle sigarette elettroniche sia aumentato anche tra coloro che non avevano mai fumato - aggiunge Eugenio Baraldi del Dipartimento Salute Donna e Bambino, Università di Padova -. Non dimentichiamo che i principali fattori di rischio modificabili per lo sviluppo di queste malattie croniche sono inattività fisica, alimentazione inadeguata, fumo, alcol, sedentarietà, sovrappeso ed eccessivo screen-time". Da queste premesse, il Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università di Padova, con l’egida della Società Italiana di Pediatria ha pubblicato sulla rivista Frontiers in Pediatrics un documento intitolato la ‘Salute dei Giovani e Stili di Vita: la Carta di Padova’. è rivolto a genitori medici, pediatri, educatori, insegnanti e riporta le informazioni scientifiche disponibili sul ruolo degli stili di vita nei bambini e negli adolescenti nonchè i consigli per favorire corrette abitudini in età precoce. Salute nutrizionale, cardiovascolare, respiratoria e mentale sono le aree in cui è articolata la Carta di Padova. Solo il 2% dei giovani europei e nordamericani al di sotto dei 30 anni ha uno stile di vita ‘sano’, ossia svolge attività fisica per almeno un’ora al giorno, consuma frutta e verdura quotidianamente, trascorre meno di 2 ore al giorno davanti agli schermi e si astiene da alcol e tabacco. Molte malattie iniziano in età pediatrica, anche se non sempre hanno un esordio nell’infanzia, e possono essere prevenute con l’adozione precoce di sani stili di vita. Nell’ambito della salute cardiovascolare i consigli sono: sotto l’anno di vita invitare il bambino a praticare 30 minuti di gioco attivo ogni giorno; da 3 a 5 anni coinvolgere il bambino in giochi attivi e far praticare l’attività fisica preferita; da 6 a 17 anni più di un’ora di attività fisica moderata ogni giorno, più di 3 ore di attività fisica strutturata sulla base della preferenza; evitare l’eccessiva esposizione agli schermi, massimo un’ora al giorno da 2 a 5 anni, massimo 2 ore al giorno dopo i 5 anni.

Vulvodinia: ok sport ma bisogna anche consultare l'esperto 

La vulvodinia è una patologia dolorosa che colpisce l’organo genitale femminile e affligge circa il 15% delle donne compromettendone seriamente la qualità della vita. Le cause sono molteplici e non sempre note. Infatti molte pazienti, dopo peripezie varie e esami obiettivi infruttuosi, vengono prese per ‘malate immaginarie’ e continuano a vivere il problema per anni e in solitudine. Esiste un test specifico per diagnosticare la vulvodinia ma il ginecologo deve tenere in considerazione che tra le ipotesi di malattia ci sia anche la vulvodinia. Le pazienti che ne soffrono lamentano di non riuscire a compiere azioni semplici e anche a eseguire gli sport, oppure non sanno quale attività fisica è più indicata per loro. In realtà si può fare sport ma bisogna rivolgersi a dei professionisti, che sappiano trattare e proporre un protocollo di esercizi fisici personalizzato e compatibile con la patologia. Nel caso della vulvodinia, in particolare, ci sono alcuni sport che vanno evitati come spinning, bike, equitazione e  pilates. Quest’ultima, anche se considerata ‘dolce’, in realtà crea una iperpressione sia intraddominale che dei muscoli del pavimento pelvico. Inoltre, anche alcuni tipi di yoga sono sconsigliati, poichè infiammano ulteriormente le terminazioni nervose, che innervano il pavimento pelvico.

 

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