Tennis, scontro Fit-Uisp. La vicenda in mano al Coni 

Il presidente Fit Binaghi: «Siamo stati accoltellati alle spalle». Malagò promuove un tavolo comune

ROMA - La querelle tra Fit e l'ente di promozione sportiva Uisp sbarca in Consiglio Nazionale del Coni, con un botta e risposta tra il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi e il numero uno della Uisp, Vincenzo Manco, che hanno a lungo disquisito sulla decisione della Lega Tennis Uisp nazionale di rivolgersi al Garante della Concorrenza: «Ci siamo accorti di essere stati colpiti alle spalle da quello che consideravamo fuoco amico», ha esordito Binaghi, in un lungo intervento innanzi al presidente del Coni, Giovanni Malagò e al resto del Consiglio nazionale. La vicenda è anche approdata in Parlamento, con un interrogazione di un gruppo di senatori che ora chiedono al governo di riferite su presunti «comportamenti che la Fit starebbe mettendo in atto per ottenere di fatto l'esclusività del tesseramento». Secondo Binaghi «la Uisp continua a fare tornei dove giocano agonisti classificati, con montepremi di alcune migliaia di euro, e non contenti ci denunciano pure. Vorremmo capire dal Consiglio nazionale se è corretto quello che sta facendo la Uisp. Perché se stiamo sbagliando noi, allora vogliamo l'autorizzazione per difenderci davanti al Garante e poi citare la Uisp in tutte le sedi opportune. Se ci dobbiamo confrontare sul terreno dell'attività agonistica a noi va benissimo: abbiamo battuto gli Usa, figuriamoci se temiamo la Uisp. Vorremmo però che abbiano tutti gli oneri che sono imposti a noi, come la certificazione e la verifica dei bilanci, almeno ci confrontiamo ad armi pari». 

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PETRUCCI APPOGGIA BINAGHI - Ad affiancare Binaghi, ci ha pensato il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, da sempre restio al fatto che vicende legate allo sport finiscano nelle aule di Tribunale. Quanto fatto dalla Uisp «è gravissimo - spiega Petrucci - e non deve essere sottovalutato, perché qui non si tratta di un 'ricorsuccio' al Tar e la concorrenza è un argomento delicato».

LA DIFESA DELLA UISP - Immediata la replica di Manco: «Siamo quelli che hanno spinto più degli altri sul terreno della trasparenza dei dati e del lavoro degli enti di promozione sportiva - le parole del presidente della Uisp -, ma nel momento in cui i circoli tennistici sul territorio si vedono triplicare i costi, come nel caso della possibile doppia affiliazione, crediamo che così venga penalizzata la libertà associativa di questo paese». Manco ha anche aggiunto che «non abbiamo nessuna intenzione di uscire dal sistema sportivo né ci interessa continuare questo conflitto, ma vogliamo tutelare la nostra associazione. Siamo disponibili come sempre a un tavolo per risolvere quanto prima la situazione». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ritenendo "imbarazzante" la scelta della Uisp di ricorrere all'Antitrust, perché «si crea un precedente pericoloso - ha detto il numero uno dello sport italiano - nell'ambito del nostro ordinamento», si è detto comunque disponibile (su questo caldeggiato anche dal membro Cio, Franco Carraro), a incontrare le due parti e creare un tavolo comune per un riavvicinamento. 

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