Nole, l'Italia in serbo

Nole, l'Italia in serbo© EPA

«A me non interessa si sappia, a meno che non possa servire per sensibilizzare altri potenziali donatori ad imitarmi». Con venti parole Nole Djokovic ha già reso di enorme valore il suo gesto per gli Ospedali di Bergamo. Che il Numero Uno del tennis mondiale amasse l’Italia era risaputo. Egli aveva manifestato il sentimento anche a Sanremo, il 5 febbraio scorso, quando giocò a tennis con Fiorello sul palco dell’Ariston e, assieme a lui, intonò «Terra promessa», rendendo omaggio al nostro Paese. Allo scoppio del coronavirus, Nole e la moglie Jelena avevano donato un milione di euro alla loro Serbia, versati dalla fondazione che porta il nome del fuoriclasse. Ora l’atto di solidarietà è stato ripetuto per gli Ospedali di Bergamo, Romano di Lombardia e Treviglio. Una generosità «ingente», per usare il lessico del dottor Peter Assembergs, l’infaticabile signore svedese direttore generale dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Bergamo Ovest, commosso quando ha scoperto chi fosse il mittente della donazione. Il quale non ha voluto quantificarla pubblicamente e, se fosse dipeso da lui, nemmeno avremmo saputo che il donatore fosse stato proprio lui. Djokovic parla un perfetto italiano. Oggi, in serbo gli diciamo od srca, hvala Nole! Grazie di cuore, Nole. Non lo dimenticheremo.

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