Santopadre, Cobolli e Zeppieri incontrano gli studenti ad Amatrice 

Il messaggio per i ragazzi: il connubio tra educazione e attività sportiva è qualcosa di inscindibile, uno strumento essenziale per apprendere valori indispensabili per la crescita personale
Santopadre, Cobolli e Zeppieri incontrano gli studenti ad Amatrice © ANSA

Lo sport insegna. È rispetto, passione, condivisione. Il connubio tra educazione e attività sportiva è qualcosa di inscindibile, uno strumento essenziale per apprendere valori indispensabili per la crescita personale e collettiva. Ci si conosce meglio, si superano i propri limiti. Si vince e si perde, con umiltà e determinazione, passando attraverso l'impegno e il duro lavoro. È questo il messaggio ricevuto dagli studenti dell'Istituto Onnicomprensivo 'Sergio Marchionne' di Amatrice, protagonisti di una serie di incontri promossi ed organizzati dal CONI Lazio grazie al protocollo d'intesa 'CONI & Regione, compagni di sport'. A chiudere l'anno solare (rigorosamente online) in compagnia di oltre 130 ragazzi sono stati Vincenzo Santopadre, Giulio Zeppieri e Falvio Cobolli, pronti ad ascoltare le domande dei giovani appassionati e a raccontare le loro esperienze. A fare gli onori di casa, Giorgio Di Palermo. "Dietro ogni disciplina sportiva - le parole del presidente del Comitato Regionale FIT Lazio - c'è una storia e una federazione che lavora. Il desiderio che accomuna tutti noi è quello di rendere lo sport fruibile in modo pratico e costruttivo. Un aspetto a cui tengo in modo particolare è la necessità di rafforzare il concetto di identità tra sport e lavoro, di come il primo abbia un ruolo chiave nell'aprire la mente e nel modo di vivere la quotidianità. Lo sport va praticato con la stessa dedizione che si mette nello studio, con l'obiettivo di migliorare prima che di raggiungere determinati risultati. Aver portato una disciplina come il tennis nelle scuole e nelle piazze è per noi motivo di orgoglio e di grande soddisfazione".

 

 Gli fa eco l'ex davisman e numero 100 della classifica ATP, Vincenzo Santopadre. "Stare in mezzo ai ragazzi - spiega il coach di Matteo Berrettini - è sempre una splendida occasione per sentirsi ancora giovani e dare il proprio contributo. Vorrei che cogliessero subito come lo sport sia essenziale per creare amicizie, legami e relazioni che spesso si portano avanti per tutta la vita. La chiave è tenere sempre ardente quel fuoco che ci brucia dentro, la passione per ciò che facciamo. Spesso penso a Federer, a Nadal, che sebbene abbiano vinto tutto ciò che c'era da vincere continuano a mettersi in discussione ogni giorno. Vogliono migliorare, vogliono spingersi oltre. La scuola? Fondamentale, lo ripeto sempre. Organizzare al meglio il proprio tempo così da far combaciare entrambe le cose può e deve essere la soluzione. Sognate e divertitevi il più possibile". Spazio, quindi, alle domande per Flavio Cobolli e Giulio Zeppieri. "Prima di passare al tennis - racconta il vincitore in doppio dell'ultima edizione del Roland Garros under 18 - giocavo a calcio nelle giovanili della Roma, la mia squadra del cuore. Ho preferito la racchetta agli scarpini perché era lì che batteva il mio cuore. La vita da sportivo? È dura, molto dura, anche se in realtà sono sacrifici che faccio a cuor leggero. Non mi pesa viaggiare o stare diverse settimane lontano da casa. Quando si fa della passione un lavoro non è corretto parlare di rinunce a mio avviso. Ringrazio di cuore i miei amici, ne ho pochi ma veri. Rispettano sempre i miei tempi e mi supportano nel momento del bisogno. Noi atleti abbiamo il dovere di trasmettere un messaggio positivo, dentro e fuori dal campo. Serve lealtà in ogni ambito della nostra vita".

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