Tennis, Vavassori a Wimbledon: «Il sogno di famiglia, lo dedico a nonno Arduino»

Andrea a 27 anni, per la prima volta in uno Slam, partendo dal campo costruito dal nonno nei pressi di Rivoli (Torino). E giocando sempre servizio e volée. «Ho cominciato sul campo di nonno Arduino, il mio primo tifoso, è morto una settimana fa». Prossimi obiettivi giocare tutti gli Slam e il doppio in Davis con l'amico di sempre,  Sonego
Tennis, Vavassori a Wimbledon: «Il sogno di famiglia, lo dedico a nonno Arduino»

TORINO - La favola ha il lieto fine perfetto, che poi è un inizio. Andrea Vavassori a 27 anni debutterà in uno Slam e proprio quello dei sogni di bambino. A capo di un percorso impervio sui prati di Roehampton: 6-7 6-2 6-3 a Bradley Kahn, poi 7-5 6-1 a Menezes e il capolavoro contro Zdenek Kolar - uno che ha impensierito Tsitsipas al Roland Garros - 6-7 (5) 7-6 (4) 6-1 7-6 (5).
Andrea, alla fine si è lasciato cadere commosso sull’erba, le mani sul volto perché si è qualificato per Wimbledon.
«Commosso e stanco, è stata una gara di nervi: perso il primo ero sotto di un break anche nel secondo set e non sono abituato a giocare sui 5 set. Ho cercato anche di amministrare le forze, poi alla fine ho ceduto. È una gioia infinita, il sogno del bambino che guardava Pat Rafter alla tv con papà e il nonno, poi Sampras e Federer».
Partito, appunto, dal campo costruito dal nonno a Tetti Neirotti, frazione di Rivoli. Nel torinese.
«Sì all’inizio era in asfalto, poi intorno ai miei 10-11 anni in moquette e con papà ci dicevamo che un giorno saremmo arrivati a giocare sull’erba vera. A Wimbledon. E ora quasi non ci credo».
Da n. 255 del mondo, ma nel torneo che più si addice alle sue qualità di attaccante continuo. Wave si fa chiamare. Come un’onda che arriva.
«Finora non avevo ottenuto risultati che rispecchiassero la qualità del gioco espresso. Avevo perso al secondo turno delle qualificazioni a Parigi 10-8 al super tie break con Serdarusic. Poi quattro tornei sull’erba e nulla. Ma sono serviti. Qui sono stato ancora più aggressivo: su prima e seconda sempre servizio e volée, sulla seconda dell’avversario chip and charge, taglio e avanti a rete. E così ho sorpreso anche Kolar. Prima della partita ho detto a papà: “per battermi deve tirare passanti per tre set”. Ora sono felice e c’è un altro motivo».
Quale?
«La scorsa settimana è morto nonno Arduino, il mio primo tifoso, mi ha sempre sostenuto, aiutato. Non aveva mai giocato, ma era appassionato e perciò aveva costruito il campo per papà Davide. Io su quel campo ho cominciato a giocare e ci andavo tutti i fine settimana, poi avevo aggiunto un giorno. Non hanno voluto che tornassi, i miei. Ma posso dedicargli questo risultato».
A Wimbledon con l’amico di sempre, Lorenzo Sonego.
«Sì, ma giocherò il doppio con Cacic perché Lorenzo considerando il singolare ha preferito non rischiare di affaticarsi troppo o, peggio, infortunarsi. Ci proveremo all’Us Open».
Resta il sogno di giocare assieme in Coppa Davis?
«Lo vorremmo tanto. Per ora Fognini e Bolelli sono ancora i migliori, straordinari. Ma noi siamo in coda, proveremo a raccogliere l'eredità. Perché non sognare?
Ora il sorteggio.
«Ma io sono al settimo cielo così, qualsiasi cosa accada. Ecco, diciamo che vorrei affrontare un grande campione sul centrale. Ma al 2° turno».
Il sogno realizzato è anche un nuovo inizio.
«L’obiettivo è arrivare a giocare negli Slam in singolare e in doppio. Studieremo un programma, intanto, per arrivare pronto alle qualificazione di Flushing Meadows ed entrare stabilmente nei 200. Questo risultato mi dà tantissima fiducia, ma già mi sentivo pronto per la qualità del tennis giocato sinora».

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