Lorenzo Sonego, il tennista ritrovato che ha conquistato Metz

Battuto Bublik in finale a coronamento di un grande torneo: da oggi sarà numero 45 entrando così in tabellone per i 500 e 1000 di fine stagione
Lorenzo Sonego, il tennista ritrovato che ha conquistato Metz© Getty Images

Non è un ritorno, è qualcosa in più. I ritorni appartengono a chi per qualche ragione non c’è più stato, a chi è sparito, si è dileguato, o non è stato più se stesso. Lorenzo Sonego è sempre rimasto fra noi, più piccino di una volta, ma presente, meno brillante di altri momenti, ma sempre lì. Gli serviva ritrovarsi, ed è questa la categoria che ospita da ieri il Sonny di fine stagione. “Les retrouvés”, in francese, dato che il percorso si è compiuto a Metz, a est di Parigi, 55 chilometri dalla frontiera con il Lussemburgo e poco più da quella con la Germania, città che per 75 anni i tedeschi hanno preteso fosse loro, poi tornata francese, “retrouvée” - non a caso - anche lei. Categoria più pregiata dell’altra, se vi va di crederci. I “revenants” sono spettri, si parla di loro al passato, fin quando il ritorno non prende forma definitiva, sempre che riesca. I “retrouvés” appartengono al quotidiano gioco di specchi che conduciamo con chi ci sta mostrando i propri sforzi e i cambiamenti in atto, e altrettanto facciamo noi con loro, per rendersi conto se stiamo tenendo la strada o scivolando su qualche china.

Lorenzo ha chiuso la ricerca nel solo modo consentito a un tennista, vincendo un torneo. Il Moselle Open, ATP 250, che lo sradica dalla mesta classifica in cui era precipitato (non del tutto per colpe proprie, viste le decisioni dell’Atp) e lo ripropone da oggi venti posizioni più in alto, al numero 45, quanto basta per essere in tabellone nei prossimi 500 e 1000 di fine stagione. Vienna, dove Sonny stracciò il numero 1 Djokovic nel 2020 (poi perse in finale contro Rublev) e Parigi Bercy. Era da giugno 2021 che il torinese, torinista, e più toro che torero per come ama caricare a testa bassa, non sentiva il profumo di una finale. La raggiunse a Eastbourne, sull’erba, superficie che continua ad attrarlo, e sulla quale ha vinto il primo titolo, ad Antalya in Turchia (2019). L’altra vittoria giunse a Cagliari (2021), terra rossa. Ora Metz, la terza su cinque finali, sul cemento indoor, a ribadire che Sonny, dove lo metti, si trova bene.



Un gran torneo, più ancora che una grande finale. Una testa di serie in primo turno, Karatsev, e una ben più pericolosa in semifinale, il top ten Hubert Hurkacz, che da oggi lascerà il decimo posto a Sinner scendendo di un gradino. Torneo giocato tutto su due set, e non privo di altre asperità, come quella dei quarti, a nome Sebastian Korda, lo statunitense che in primo turno ha cancellato Musetti e ha tolto a Sonego la possibilità di un derby chiarificatore in vista della fase finale di Coppa Davis. Oggi Sonny è finito ai margini della squadra, e la scelta di Volandri, il capitano, è apparsa obbligata viste le titubanze mostrate dal torinese in questo lungo percorso di rinascita, che l’ha visto sommare qualche torneo di buone speranze (e tra questi Wimbledon, fermato in terzo turno da Nadal) a numerosi altri gettati al vento.

Poi la finale, con l’amico (grande amico) un po’ balzano, Alexander Bublik, il russo che presta servizio tennistico per il Kazakhstan. Uno con cui Sonny ha legato da tempo, ne condivide l’amicizia e comprende i meccanismi che lo portano a esprimersi con un tennis a volte sopra le righe, più spesso fuori dalle righe e da qualsiasi logica. La quarta vittoria (a zero) contro Bublik, che ha giocato sette finali e vinto un solo torneo (Montpellier). Uno che ha «grandi colpi e tanto talento», gli riconosce Sonny nel corso della premiazione, mentre la banda di amici e tifosi sugli spalti dà corpo a una libera interpretazione dell’inno italiano. Ma non regge di testa, e alle prime difficoltà del match reagisce dando libero corso a qualsiasi fesseria gli rimbalzi tra i neuroni. Il servizio da sotto, spiaccicato direttamente in rete (un classico). Lo smash col manico della racchetta, depositato comodo sul dritto di Sonego. E ovviamente, i colpi sotto le gambe, in parte fuori, quasi sempre facili prede di Sonny.

Ma si era già sul 4-1 del secondo set, e Bublik cercava solo di nascondersi dall’ennesima sconfitta. Sonego non se l’è presa, ha capito che il match era finito e l’avrebbe vinto lui. Così è successo, in una finale giocata solo fino al 3-1 del secondo set, quando il torinese ha respinto l’ultimo assalto. In bilico, e nemmeno poco, però, nel primo set, che Sonny ha preso in mano dal decimo game (dove ha fallito un primo set point) per poi dominare il tie break ritrovando la risposta e mostrandosi propositivo nel condurre il gioco. «Ho lavorato duro», assicura, «e migliorato il mio tennis giorno dopo giorno. Ora sono emozionato, è stato un anno complicato. Voglio solo godermi il momento». È il quarto italiano a vincere un torneo Atp quest’anno (due Berrettini, uno a testa Sinner e Musetti, fin qui). Un modo per dire che il nostro tennis continua a puntare in alto.

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