Atp Finals Torino: pandemia finita, Djokovic vuol riprendersi tutto

Nel mirino il trono conquistato dai giovani e l’Australia è pronta a riaccoglierlo
Atp Finals Torino: pandemia finita, Djokovic vuol riprendersi tutto© Getty Images

TORINO - Cambiano strategie, convinzioni, anche le mode certo… E cambiano i governi. C’è da chiedersi se in tanto affannato tramestio di rivisitazioni, sia cambiato anche il vecchio Djoker, nell’anno che più di ogni altro ne ha messo a dura prova lo spirito, che ha finito per stravolgere la classifica cui tiene (ultimo fra i Sempre Forti) così tanto, e che ha tentato - forse inutilmente - di convincerlo che fosse in torto. Magari anche soltanto un pochino...

A un passo da una decisione non ancora ufficiale, ma annunciata ormai da numerose e agitatissime mosche cocchiere, che potrebbe ribaltare lo schema legislativo applicato poco meno di un anno fa in Australia, nel giudicare il tentativo di Nole di entrare da “no vax” nel Paese per giocare da numero uno gli Open di Melbourne già vinti otto volte, riteniamo che il miglior modo per avvicinare il giorno (non lontano, comunque) di una decisione che cancelli il “ban” triennale emesso contro il tennista nell’ultima udienza della Corte federale, lo scorso gennaio, sia quello di una reciproca presa d’atto degli errori commessi nei quindici giorni della vigilia del torneo poi vinto da Nadal. Le due settimane che mai il tennis avrebbe pensato di poter vivere.

Questo anche per non dare l’impressione che gli errori di un anno fa fossero tutti da una parte. Quella australiana. Non è così, e forse Novak tirò troppo la corda, tra i soliti osanna da stadio dei familiari che da Belgrado non si trattennero nel dire ciò che pensavano dei governanti di destra di Melbourne. Non si sono mai trattenuti con Federer, non si vede perché avrebbero dovuto farlo in questa occasione.

Così, un anno dopo, un’elezione dopo, a offrire un salvagente a Djokovic è il governo di sinistra. Meglio gli uni, meglio gli altri? Le cose non sono così semplici. Il ministro di allora, Alex Hawke, lavorò con impegno per dare torto a Nole, ma c’erano leggi precise in merito all’ingresso in Australia in piena pandemia, c’erano le elezioni che si avvicinavano e sopra ogni cosa, c’era ancora la pandemia. Oggi, stabilito dal consesso scientifico mondiale che la situazione Covid se non è sotto controllo appare comunque fortemente attenuata nei suoi malefici effetti, forse quelle leggi assumono un valore diverso. È quanto trapela - pare - dalle solite “fonti vicine al governo”, secondo cui il nuovo ministro dell’immigrazione Andrew Giles è intenzionato a concedere un visto a Djokovic, decisione che andrebbe a cancellare gli effetti del ban triennale.

Nole ha tenuto duro sulla sua posizione. Non ritiene giusto far uso di una chimica farmacologica della quale non conosce gli effetti per proteggersi dal Covid. Lo ha detto all’inizio della vicenda e lo ha confermato lungo tutto l’arco della stagione. Fu però troppo spensierato nel tentativo di forzare la situazione al suo ingresso in Australia. Qualcuno lo aveva convinto che non ci sarebbero stati problemi? Non sappiamo, e mai è stato fatto il nome di chi abbia dato simili consigli. Ma certo Nole affrontò il viaggio nella convinzione di essere accolto. Gli costò caro: i giorni chiuso nell’albergo di chi non aveva il visto, il primo via libera, poi il nuovo processo e la definitiva partenza da Melbourne. L’Australia non accetta i “senza visto”. Si sapeva. Anche gli Stati Uniti non li accettano. E rispetto agli ultimi US Open, infatti, Djokovic ha avuto ben altro atteggiamento.

Ma la porta ora sta per riaprirsi. Forse... È una buona notizia per Novak “no vax”, ma anche per tutti coloro che si sono vaccinati per tenersi alla larga dal virus. Significa che il Covid ha fatto dietro front. E anche che il serbo potrà riprendere il suo cammino tennistico a pieno titolo, seppure con un anno in più (ora sono 35) e con una classifica decisamente diversa da quella di allora. Era il numero uno, oggi potrebbe chiudere la stagione tra il quinto posto (se vincerà le Finals torinesi) e l’attuale ottavo. L’anno non glielo restituirà nessuno, ma certo il problema non verrà dalla classifica. Buona parte della stagione Nole la potrà affrontare senza punti da difendere, a cominciare dagli Australian Open. I calcoli più ottimistici indicano nei quarti del 2023 il traguardo per tornare al primo posto. Si vedrà.

Di buono c’è che il tennis si avvia verso l’atteso ritorno alla normalità. Tutti in campo, sebbene non tutti con la bandiera del proprio Paese. Ma la ventata di ottimismo potrebbe soffiare anche su queste Finals. Un Djokovic dai nervi distesi avrà più chance di ottenere la sesta vittoria? Possibile. Ma in questo strano anno di gioco e non gioco, di vaccini sì, vaccini no, di Covid e non Covid, i ragazzi del Duemila sono cresciuti a vista d’occhio. E con loro Nole (che se batte oggi Rublev potrà entrare in semifinale) dovrà comunque vedersela.

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