Djokovic soffre e poi supera di nuovo se stesso: “Non credo che esista un limite"

Alla fine del primo tie-break il serbo è sembrato essere alle corde: senza fiato, sulle ginocchia e a corto di energie. Poi il ritorno in campo nel terzo set, dove ha trovato gradualmente la forza di reagire vincendo 7-6: “Penso che la più grande battaglia sia sempre quella interiore. Non esiste una pozione segreta”

TORINO - Straordinario Novak Djokovic. Non esistono molte parole per descrivere, spiegare e mettere in evidenza quello che oggi è riuscito a fare in campo il campione serbo. Dopo tre ore e undici minuti di gioco Nole ha avuto la meglio di Daniil Medvedev con una prova di forza fantastica. Avanti di un set per 6-3 il russo ha avuto la bravura di portare Djokovic al tie-break ed è proprio in quel momento che il campione di Wimbledon 2022 ha trovato dentro di sé quella forza nascosta che sembrava perduta. Prima dell’inizio del terzo set ha rinfrescato il suo corpo con un po’ di acqua, si è cambiato la maglietta, le telecamere lo hanno inquadrato mostrando un tremore alla mano destra ma poi è tornato in campo e gradualmente ha avuto la forza di ricominciare superando i suoi limiti: “Non credo che esista un limite - precisa Djokovic in conferenza stampa -. È solo nella tua testa. Si tratta di prospettiva e approccio e di come vedi le cose in quel particolare momento. Naturalmente quando affronti difficoltà fisiche ciò influisce sul gioco, influisce su come ti senti dal punto di vista mentale, influisce sul tuo linguaggio del corpo. Certo l’avversario vede che sei giù, cerca di prendere il controllo degli scambi e di prendere il sopravvento sulla partita, che è il tipo di situazione che si stava verificando oggi. Ma penso che la più grande battaglia sia sempre quella interiore. Se riesci a trovare uno stato fisico e mentale ottimale il più spesso possibile, allora puoi raggiungere i migliori risultati in ogni momento, in ogni punto, in ogni partita. Ma queste sono parole. Questa è teoria. Quando vai in campo ci sono vari fattori ed elementi che a volte tirano fuori il meglio da te, a volte il peggio. Non esiste una pozione segreta o un solo modo per arrivare al successo”.

La grande fatica di Djokovic nel match contro Medvedev

Poi in riferimento alla grande fatica mostrata nel corso del match ha aggiunto: “Era solo stanchezza per l’estenuante battaglia. Non c’era nessuna parte del corpo che mi dava fastidio. Era solo esaurimento fisico dovuto agli scambi e alla lunghezza del gioco”. Djokovic ha affrontato le difficoltà fisiche anche nel terzo set, è andato sotto 5-4 con Medvedev al servizio per il match ma non ha voluto mollare (nonostante fosse già qualificato) perché voleva vincere e voleva battere Medvedev: “Voglio sempre vincere, indipendentemente dalla qualificazione già conquistata e dall’eliminazione che lui aveva subito prima della nostra sfida. Non importa. Vogliamo sempre vincere l’uno contro l’altro a prescindere di dove giochiamo. Penso che la partita di oggi è stata la dimostrazione di quelle mentalità che entrambi possediamo. Certamente lui voleva finire la stagione con una vittoria e io, d’altra parte non volevo perdere contro di lui. Non posso fare calcoli, non l’ho mai fatto. La mia mentalità è quella di vincere ogni partita che gioco nel momento presente".

La mentalità vincente di Djokovic

Parole che sottolineano la mentalità vincente di Djokovic, la sua “Mamba Mentality” per usare il motto tanto caro a Kobe Bryant che lo stesso Djokovic ammirava per la sua capacità di vincere nonostante tutte le difficoltà, proprio quelle che ha vissuto lo stesso Nole nel match contro Medvedev. “In questa fase della mia carriera ogni partita come questa è per me un’occasione d’oro per ottenere una vittoria contro uno dei migliori del mondo”. Già proprio Medvedev che chiude le Atp Finals senza vittorie con tre ko al tie-break del terzo set e avendo avuto anche contro Tsitsipas l’opportunità di servire per il match sul 5-3 (sul 5-4 con Nole). Anche da questo punto di vista Djokovic non ha dubbi: “Voglio dire, ho visto la sua ultima partita. È molto difficile per lui perdere tutti e tre gli incontri 7-6 al terzo. Succede. È un grande campione. Ho un enorme rispetto per lui, giocatore straordinario. Mi ha sfidato in ogni modo, sono solo molto felice di aver superato la sfida. Cosa mi sono detto? In quei momenti provo solo a prendere una boccata d’aria in più“. E Djokovic l’ha trovata quell'aria in più, arrivando al successo proprio all’ultimo respiro. E domani si torna subito in campo contro il californiano Taylor Fritz per una semifinale che vale tantissimo.

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