BOLOGNA - Il comandante Musetti deve entrare nel ruolo, ma è già la seconda volta che gli capita di indossare la maglietta da numero uno. Non dipende da lui, non ancora. Forse un giorno. Nemmeno troppo lontano. Al momento, la nomination prende forma nelle stralunate vigilie della Coppa, dove si addensano problemi veri e meno veri, discussioni sensate e un po’ farlocche, e qualche uggia del passato non ancora andata in prescrizione.
Così, tra l’infortunio (vero) di Berrettini, quello (presunto) di Sinner, le sortite evitabili di nonno Pietrangeli a cui tutti però vogliamo un gran bene, e la defenestrazione di Fognini con polemica acclusa ma chissà se davvero necessaria (penso che prima di togliere Fabio da una Davis occorra pensarci dieci volte, ma sono anche certo che Volandri lo ha fatto, no?), Musetti è rimasto col cerino acceso in mano, e sarà lui a guidare l’Italia alla riscossa, in una Davis che l’anno scorso fu trionfale nella fase bolognese (scelta opportuna tornare a Casalecchio) un po’ meno a Malaga, che ci vide in bilico tra semifinale e finale, incapaci però di reggere l’ultimo scossone, in doppio, con il Canada.
Musetti numero uno in Coppa Davis
Proprio loro, poi vincitori della vecchia insalatiera, con cui torniamo ad aprire le danze (oggi, dalle 15). A Malaga, l’anno scorso, fuori Berrettini e Sinner per infortunio, Musetti (già protagonista in qualificazione con l’Ungheria) fu il nostro numero uno e incontrò avversari difficili. Taylor Fritz e Felix Auger-Aliassime erano al massimo della forma, e avevano l’incedere di chi vuol presto raggiungere i piani alti della classifica. Vi riuscirono in parte, oggi si ritrovano in ambasce e il canadese non ha nemmeno preso in considerazione la possibilità di esserci. Musetti ne uscì con due sconfitte quasi
inevitabili, ma rispetto a un anno fa (nella fase bolognese della Coppa in particolare) anche lui vive un momento meno brillante.