Musetti e Sonego per una grande Italia: Volandri s'affida ai due Lorenzo

Alle 15 a Bologna il primo match del girone con il Canada: ci sono da raggiungere le finali a Malaga
Musetti e Sonego per una grande Italia: Volandri s'affida ai due Lorenzo© Getty Images for ITF

BOLOGNA - Il comandante Musetti deve entrare nel ruolo, ma è già la seconda volta che gli capita di indossare la maglietta da numero uno. Non dipende da lui, non ancora. Forse un giorno. Nemmeno troppo lontano. Al momento, la nomination prende forma nelle stralunate vigilie della Coppa, dove si addensano problemi veri e meno veri, discussioni sensate e un po’ farlocche, e qualche uggia del passato non ancora andata in prescrizione.

Così, tra l’infortunio (vero) di Berrettini, quello (presunto) di Sinner, le sortite evitabili di nonno Pietrangeli a cui tutti però vogliamo un gran bene, e la defenestrazione di Fognini con polemica acclusa ma chissà se davvero necessaria (penso che prima di togliere Fabio da una Davis occorra pensarci dieci volte, ma sono anche certo che Volandri lo ha fatto, no?), Musetti è rimasto col cerino acceso in mano, e sarà lui a guidare l’Italia alla riscossa, in una Davis che l’anno scorso fu trionfale nella fase bolognese (scelta opportuna tornare a Casalecchio) un po’ meno a Malaga, che ci vide in bilico tra semifinale e finale, incapaci però di reggere l’ultimo scossone, in doppio, con il Canada.

Musetti numero uno in Coppa Davis

Proprio loro, poi vincitori della vecchia insalatiera, con cui torniamo ad aprire le danze (oggi, dalle 15). A Malaga, l’anno scorso, fuori Berrettini e Sinner per infortunio, Musetti (già protagonista in qualificazione con l’Ungheria) fu il nostro numero uno e incontrò avversari difficili. Taylor Fritz e Felix Auger-Aliassime erano al massimo della forma, e avevano l’incedere di chi vuol presto raggiungere i piani alti della classifica. Vi riuscirono in parte, oggi si ritrovano in ambasce e il canadese non ha nemmeno preso in considerazione la possibilità di esserci. Musetti ne uscì con due sconfitte quasi
inevitabili, ma rispetto a un anno fa (nella fase bolognese della Coppa in particolare) anche lui vive un momento meno brillante.

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Musetti, la Davis per dimenticare Us Open

La trasferta americana è girata storta dopo un Wimbledon discreto (terzo turno, sconfitto senza colpo ferire da Hurkacz) e una certa tenuta negli impegni di Bastad (semifinale) e Amburgo (quarti), qui contro la sua bete noire Laszlo Djere (6-2 nei testa a testa). In realtà, l’unico match che si possa rimproverare a Lollo è quello agli Us Open, primo turno, contro il francese Titouan Droguet, perso tra molte sofferenze e incertezze al quinto set. Un ventiduenne dalle gambe buonissime e dai colpi rapidi ma ancora da affinare, Droguet, affrontato da Musetti però senza quella carica nervosa che aiuta a trarsi fuori dai guai. Ha subito la sconfitta, se n’è reso conto, si è dispiaciuto, ed è arrivato alla Davis convinto che possa fargli bene.

«È un po’ come stare in famiglia, ci conosciamo, siamo tutti dalla stessa parte. È un’occasione importante per mettersi alle spalle New York». Alla fine, la missione è questa. Ritrovare il miglior Musetti, o se preferite, agevolare il suo ritorno
ai livelli che gli competono. Se questo accade, il quadro dei match della fase bolognese non può spaventare, tutt’altro. Il Canada ha portato Shapovalov, ma chissà se lo farà giocare. Ha un ginocchio in disordine da prima di Wimbledon, cui volle prendere parte finendo per scassarselo del tutto. Non tocca palla dai Championships, ha saltato New York, e molti pensano (tra i colleghi canadesi) che un impiego in Davis sia il modo migliore per affrettare la visita dall’ortopedico, puntando su un sicuro ritorno nella prossima stagione. Altrimenti, Gabriel Diallo, 22 anni e numero 158 del mondo, oppure Vasek Pospisil, 33 anni, numero 187. Vedremo…

Sonego, l'altro Lorenzo

Poi il Cile (venerdì) con l’impegno tutt’altro che facile contro Nicolas Jarry. Infine la Svezia (domenica), con Elias Ymer al comando. Questo il percorso dal quale è atteso Musetti. Ma alla fase finale accedono in due, dunque esistono margini di tranquillità. Rafforzati anche dalla presenza dell’altro Lorenzo, Sonego, detto Sonny, che vinse tutti i suoi match nella finale di Malaga, prima Tiafoe, poi Shapovalov. Uno che in Davis si è sempre fatto in quattro.

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BOLOGNA - Il comandante Musetti deve entrare nel ruolo, ma è già la seconda volta che gli capita di indossare la maglietta da numero uno. Non dipende da lui, non ancora. Forse un giorno. Nemmeno troppo lontano. Al momento, la nomination prende forma nelle stralunate vigilie della Coppa, dove si addensano problemi veri e meno veri, discussioni sensate e un po’ farlocche, e qualche uggia del passato non ancora andata in prescrizione.

Così, tra l’infortunio (vero) di Berrettini, quello (presunto) di Sinner, le sortite evitabili di nonno Pietrangeli a cui tutti però vogliamo un gran bene, e la defenestrazione di Fognini con polemica acclusa ma chissà se davvero necessaria (penso che prima di togliere Fabio da una Davis occorra pensarci dieci volte, ma sono anche certo che Volandri lo ha fatto, no?), Musetti è rimasto col cerino acceso in mano, e sarà lui a guidare l’Italia alla riscossa, in una Davis che l’anno scorso fu trionfale nella fase bolognese (scelta opportuna tornare a Casalecchio) un po’ meno a Malaga, che ci vide in bilico tra semifinale e finale, incapaci però di reggere l’ultimo scossone, in doppio, con il Canada.

Musetti numero uno in Coppa Davis

Proprio loro, poi vincitori della vecchia insalatiera, con cui torniamo ad aprire le danze (oggi, dalle 15). A Malaga, l’anno scorso, fuori Berrettini e Sinner per infortunio, Musetti (già protagonista in qualificazione con l’Ungheria) fu il nostro numero uno e incontrò avversari difficili. Taylor Fritz e Felix Auger-Aliassime erano al massimo della forma, e avevano l’incedere di chi vuol presto raggiungere i piani alti della classifica. Vi riuscirono in parte, oggi si ritrovano in ambasce e il canadese non ha nemmeno preso in considerazione la possibilità di esserci. Musetti ne uscì con due sconfitte quasi
inevitabili, ma rispetto a un anno fa (nella fase bolognese della Coppa in particolare) anche lui vive un momento meno brillante.

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