Coppa Davis, l'Italia che non c'era canta Malaga e vola

Sonego e Arnaldi protagonisti della qualificazione azzurra alle Finals. Ora è una Nazionale a 5 stelle. "E Sinner ci sarà"
Coppa Davis, l'Italia che non c'era canta Malaga e vola© Getty Images for ITF

Alla fine, l’Italia da ringraziare è quella che non doveva esserci, ma per fortuna c’è, esiste, e si batte per noi. Arnaldi e Sonego in ordine alfabetico, i ragazzi che da soli valgono cinque punti. Quanti ne servivano per riaversi dalla non prevista bastonata ricevuta dal Canada, poi per superare Cile e Svezia. Operazione sei-zero, avevo auspicato, dopo il raggelante kappaò della prima giornata. Missione compiuta, o quasi. Ne sono sortiti 5 punti (a 1). Va bene così. L’Italia a Malaga ci sarà. Ma non mandiamola subito in archivio, questa Davis che poche volte impara e troppo insegna (omaggio a Battisti) anche se la canzone di giornata, ripescata dal lontano 1963, è ovviamente “Malaga” di Fred Bongusto, che i microfoni dell’Arena propongono senza risparmiare sui decibel mentre Arnaldi fa il giro di campo per stringere mani e offrire un sorriso ai selfie.

Ci torneremo “in quella casa dal patio antico, in quella notte di grande fiesta” di un amore nato a Malaga, Malaga, Malaga… Ora è il momento di chiedersi che cosa ci hanno detto quei ragazzi che non dovevano esserci e poi si sono rivelati pronti per l’all-in conclusivo. Tante cose buone, da un lato. Perché l’Italia del tennis mostra di avere soluzioni che poche altre nazioni del G8 tennistico possono disporre. È una squadra a cinque stelle, che può fare a meno addirittura di un infortunato seriale come Berrettini e di uno da visita fiscale come Sinner, e anche di un Musetti, futuro papà, che aveva ragione a pensare - al contrario di Jannik, o di chi per lui - che stare con gli amici della Davis gli avrebbe fatto bene. Aveva bisogno di ricaricarsi, si è visto bene contro l’extra lungo Gabriel Diallo che non era il solito Lollo incantatore.

Il capolavoro di Arnaldi e Sonego

Per buona sorte c’erano gli altri due, chiamati all’ultimo momento. Arnaldi con la voglia di misurare quanto appreso in questa stagione da sessanta posti più su in classifica (da 106 a 47, da inizio anno) in una competizione «che vedevo solo in tivù, e non immaginavo desse così tante emozioni». E con lui Sonego, spinto dalla necessità di ritrovare la parte migliore di sé dopo la sconfitta con Galarneau. Il Sonego epico che stende il Ciclope Jarry, affrontandolo con i nervi a fior di pelle. Una figurina che il torinese torinista farebbe bene a ritagliare e portare con sé per il Tour, riposta nella sacca degli attrezzi. Da guardare a ogni cambio di campo… Chi li ha cinque ragazzi così? L’anno scorso la Spagna portò a Malaga Nadal e Alcaraz. Troppa grazia. Quest’anno, il no di Carlos ha tolto la spina alla squadra di capitan Ferrer, finita a rotoli, al punto che ci si chiede chi andrà a vedere le finali spagnole, senza la Spagna? Giusto per ribadire che questa Davis in stile Piqué non è bella, ma non è nemmeno furba. Lo stesso si può dire delle altre. A parte la Gran Bretagna e la Francia, che sono finite a scornarsi nello stesso girone. Ne è sortito un quadro finale del tutto sorprendente. Fuori Spagna, Stati Uniti, Croazia. Dentro Finlandia e Olanda, mentre resiste il Canada anch’esso grazie alla panchina lunga… Domani il sorteggio ci metterà a parte dell’ultimo tratto del percorso. Siamo secondi nel girone, nei quarti ci toccherà una fra le prime: Olanda o Australia, forse la Repubblica Ceca, la Gran Bretagna. A Malaga, Malaga, Malaga (per cantarla alla Bongusto) si gioca dal 21 al 26 novembre dopo le Atp Finals torinesi. Capitan Volandri ha tempo per chiarire alcuni aspetti che serviranno a rendere più coesa la squadra. Il rientro di Berrettini (con il tagliando di controllo timbrato) e di Sinner chi lascerà a casa? Oppure Musetti, Arnaldi, Sonego si sono guadagnati la finale? Sinner ci sarà, per bocca del presidente federale Binaghi. Evidentemente hanno preso forma in questi giorni gli auspicati colloqui con il team di Sinner per trovare insieme una strada comune fondata sulla reciproca comprensione… Meglio così. Infine, il doppio. Qui la domanda è scontata: ridare fiducia a Bolelli e Fognini, che ci sanno fare e offrono garanzie, o affidarsi alle scelte di giornata? In questa settimana di doppi ne abbiamo perduti due su tre. Anche contro gli svedesi Bergevi e Goransson… A Malaga, Malaga, Malaga è un punto che potrebbe fare la differenza.

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