MALAGA (Spagna) - Ha voluto essere al fianco dei compagni per queste Finals di Coppa Davis, Matteo Berrettini non sarà a disposizione di Volandri ma vuole essere vicino al team azzurro. Alla vigilia dei quarti di finale contro l'Olanda, il tennista romano si racconta in conferenza stampa trattando tanti temi, dal ritorno in campo al cambio di allenatore fino ai mesi difficili vissuti dopo il terribile infortunio alla caviglia subito agli US Open. Berrettini racconta: "Sono sono venuto qui per me e per la squadra per prendere energia positiva allenandomi con i ragazzi e divertendomi sugli spalti. Purtroppo non posso stare in campo, ma credo fortemente nel gruppo. Ho parlato con Filippo Volandri. Erano tutti molto contenti di avermi con loro e quindi ho preso l'aereo e sono venuto qui. La squadra la vedo bene. La vedo con la tensione giusta, la vedo pronta. Poi sappiamo bene ci possono sempre essere un milione di sorprese. Direi anche che Jannik è pure discretamente in forma, quindi siamo pronti alla battaglia".
Sinner, sulla strada di Djokovic
"Di Jannik ho sempre saputo..."
Sul momento d'oro di Sinner, Berrettini spiega: "Ho sempre saputo che Jannik avrebbe fatto tutto questo. E' una cosa che si sente quando giochi con un tennista di alto livello. La sua crescita era un solo una questione di tempo. Le condizioni di Torino, e dei tornei indoor in generale, sono le sue. Lo ha dimostrato fin da piccolino. Dietro Novak sul veloce c'è lui. Non c'è l'invidia. E' una questione di sano agonismo. Lo definisco così come credo lo abbia utilizzato lui negli anni precedenti. Sicuramente mi sarebbe piaciuto essere lì. Mi sarebbe piaciuto essere alle Finals. Più che altro godermele come se le è godute lui. L'episodio di Torino è stato la più grande delusione, ripensandoci, della mia carriera. Avevo fatto una stagione molto molto positiva e non sono riuscito a godermi il pubblico e tutta l'emozione di quel torneo di così speciale. Mi ha impressionato per quanto sia migliorato velocemente e sicuramente un grandissimo stimolo per permettermi sotto e lavorare".