BELGRADO (Serbia) - Novak Djokovic è stato ospite della trasmissione "60 minuti" sulla CBS. Nei giorni scorsi erano emersi estratti dell'intervista rilasciata a Jon Wertheim e oggi sono arrivate delle nuove dichiarazioni nelle quali il numero 1 al mondo ha trattato diversi temi. Tra questi il Covid, Djokovic fu "cacciato" dall'Australia nell'edizione 2022 dell'Australian Open (vinta da Nadal) per via della mancata vaccinazione generando molte polemiche: "Sì, fui dichiarato il cattivo e in pratica avevo tutto il mondo contro di me. In campo avevo già provato quel tipo di sensazione, l'avere un pubblico che non tifasse per me, ma in vita mia non avevo mai provato nulla di simile. La gente mi etichettò come No-Vax, ma io non sono né No-Vax né Pro-Vax. Sono per la libertà di scelta".
Mentalità e studio
"Anche se non c'è alcun contatto fisico nel tennis, ci si osserva molto: quando cambiamo campo, quando siamo seduti, e poi ci sono i maxi schermi che ti fanno vedere come il tuo avversario sta bevendo la sua acqua, se sta sudando più del dovuto, il modo in cui respira, come comunica con il suo team. Sono tutti elementi che influiscono sulla performance. Ci sono diverse tecniche, la respirazione gioca un ruolo importante specialmente nei momenti in cui più si avverte la tensione - aggiunge - Dentro di te c'è una tempesta ed è sempre quella la battaglia più grande da affrontare. Hai i tuoi dubbi e le tue paure, li avverto in ogni singola partita. E non mi piace quel tipo di approccio che sento ripetere spesso nello sport: pensa positivo, sii ottimista, non dar spazio ai tuoi dubbi, fallire non è un'opzione. È impossibile".