Sinner, la magia continua. E scopre le Carota Ladies...

Contro Kokkinakis il fenomeno gioca sempre al meglio i punti decisivi e avanza tra il tripudio del pubblico, comprese nuove tifose con la parrucca arancio

Come sempre, l’importante è lasciare tracce riconoscibili del proprio passaggio. A Indian Wells Sinner manca da un anno, ma la sua immagine ancora rimbalza tra i campi del Tennis Garden e le colline d’intorno, che fanno da argine alla sabbia del deserto. Il crine rosso va di moda, da quelle parti, e tutti ancora parlano della semifinale di un anno fa tra Sinner e Alcaraz, di un Sunshine Double che dette emozioni a non finire, compreso uno scambio da venticinque colpi che Jannik si aggiudicò a Miami con un miracoloso passante stretto stretto, più sensuale di un abitino stretch. Un miracolo tennistico che quest’anno ha fatto da capo il giro degli Stati Uniti nei format pubblicitari che invitavano a non perdere l’appuntamento con i due Masters. Segnò l’inizio del tennis-pong, lo scorso mese di marzo, il tennis degli scambi tumultuosi e impossibili, che solo Sinner e Alcaraz possono permettersi. Sempre loro due… Che ora giocano a guardie e ladri, e uno insegue e l’altro fugge, e chi vince tiene per sé il secondo posto del podio.
Così, tutti da Sinner in questa mattinata di vento e di sole che annuncia la discesa in campo del ragazzo che ha conquistato il primo Slam della stagione ed è imbattuto da quindici (ma ora sedici…) confronti. Campi laterali vuoti o quasi, mentre il Centralone da sedicimila posti è imbottito come un panino. C’è anche la rappresentanza della succursale californiana femminile dei Carota Boys, con le signore imparruccate di rosso. Sono le agguerritissime Carota Ladies. Chi l’avrebbe mai detto… Che Semola, voglio dire, sapesse come far battere i cuori delle ricche dame di uno dei borghi più solidi, sotto il profilo economico, degli interi States!

Il momento di Jannik

Ma Jannik è in uno di quei momenti di grazia, nei quali le cose si mettono al bello da sole. Se ne rende conto anche Thanasi Kokkinakis, che vede cambiare in pochi secondi i titoli sul display che scorrono sotto il suo volto faccioso, dall’incoraggiante “dai che giochi bene” d’inizio match, all’entusiastico “ce la puoi fare” sulla prima palla break, ai meno confortanti “occhio che ti frega” e “hai visto che ti ha fregato”, quando Jannik ribalta tutto e si prende prima il break, poi anche il primo set.
L’unico set a ben vedere giocato in due, dai tennisti in campo. Ma a Thanasi uno deve essere bastato. Perché ha davvero giocato a buon livello il greco d’Australia, tenendo il ritmo di Sinner e ribattendo colpo su colpo, contenendolo persino con una certa nonchalance e facendo sfoggio di un tennis che, fosse scortato da una struttura neuronale più resistente, là dove i neuroni si riuniscono tra pirenoforo, dendriti e il neurite, avrebbe potuto aspirare a ben altri obiettivi di quelli attuali, che si condensano nel vivacchiare alla meglio tra i primi cento. Ma Kokkinakis, ormai, lo conoscono tutti, e come si è avvicinato troppo a Sinner, si è squagliato come un budino al sole. Ha avuto una palla break sul due pari (partito da 0-30, poi ripreso, e ancora avanti ai vantaggi), prima che Sinner gliela impacchettasse senza neanche metterci il fiocco. E smarrita quella, si è smarrito pure lui. Ha consegnato il proprio servizio sul 3-4 e ha pagato dazio. Sinner aveva cominciato con un ace e ha chiuso con una bella dimostrazione di serve and volley. E lì si è anche chiusa la partita.
Al cambio di campo dopo la fine del primo set, Kokki ha chiesto venia ed è scappato negli spogliatoi, chissà se per un guasto muscolare o altro. Di fatto, al suo ritorno non ne ha azzeccata più una. Sei a zero e via. «Thanasi è un buon giocatore, il sei-tre del primo set è un punteggio sin troppo largo per gli scambi che si sono visti» puntualizza Sinner, sempre generoso. «Nel secondo sono entrato più dentro il campo, ho tenuto meglio. Il primo match di un torneo nasconde sempre delle insidie, ma è andato per il meglio. Abbiamo lavorato molto in palestra in questi giorni, avevo bisogno di ritrovare i miei colpi. Ora vediamo che cosa porteranno le prossime giornate». Il tedesco Struff o il croato Coric, per cominciare. Match giocato nella notte, ma se andate sul sito di Tuttosport potete sapere com’è finita. Lo stesso per Alcaraz e Arnaldi. Sinner non ha mai incontrato Jan-Lennard Struff, è avanti 1-0 su Borna Coric. Due agli antipodi, per stile di gioco. Il tedesco attaccante, il croato estremo difensore. Ma Jannik ha la modalità giusta per entrambi.

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