"Come va la pensione? Sono davvero sollevato, se può avere un senso". Lo ha detto Roger Federer, quasi due anni dopo essersi rititato dal tennis, in un'intervista a GQ Italia. Lo svizzero ha aggiunto: "Negli ultimi anni è stata dura per il mio ginocchio. Sentivo che la fine si stava avvicinando. Perciò, quando è tutto finito, hai superato la fatidica soglia e ti sei ritirato ufficialmente, fai un respiro profondo e pensi: "Wow, ok, è stato bello". Ero felice al momento del ritiro? Nel momento esatto del ritiro, provavo dolore. Sapevo che sarebbe stata dura. Il momento del ritiro a Londra e tutto quanto lo ha preceduto. Poi, naturalmente, hai dei flashback che tornano a galla appena rivedi i momenti salienti o hai davanti persone pronte a chiedere: "Come ti sei sentito esattamente in quel particolare istante?" e magari ti fanno vedere un highlight. Ti viene da pensare: "Oh, mio Dio, devo proprio rivederlo?"".
Le parole di Federer sul ritiro
Federer si è soffermato sulle emozioni del ritiro: "La sera del ritiro ho provato un'emozione fortissima. Qualcosa che è sempre stato parte della tua vita se n'è andato per sempre. Non potrai mai più riaverlo indietro per quanto lo desideri. Il treno ha lasciato la stazione. Va bene, sono stato io a volerlo, ma ovviamente non si può passare da un giorno all'altro e dire: "Ok, nessun problema, è facile". Era il finale che desideravo? Decisamente. Anche meglio. Perché mi ha sempre terrorizzato l'idea di giocare una partita che poi si rivela essere l'ultima, ci si stringe la mano e poi l'avversario si allontana o rimane nei paraggi e tu prendi il microfono, sei da solo in campo, alcuni dei tuoi amici sono sugli spalti, ma nessuno in un torneo sa se perderai al primo turno, in finale o altro. Di conseguenza, non tutti possono essere presenti. Non tutti sanno che quel giorno sarebbe stata la fine. Così la cosa passa, se ne parla appena, ed è finita mentre si passa alla prossima partita e lo spettacolo continua".