Sinner, Rune, Confucio e la forza dei nervi distesi

Imperturbabile di fronte alla crisi di nervi del danese, Jannik ha guadagnato la semifinale di Montecarlo (vittoria n.25 su 26 incontri da inizio anno), confermando ancora una volta la sua straordinaria capacità di concentrazione
Sinner, Rune, Confucio e la forza dei nervi distesi

Chissà se Holger Rune legge Confucio, secondo il quale "l'uomo superiore è calmo senza essere arrogante, l'uomo dappoco è arrogante senza essere calmo". L'interrogativo s'impone in calce alla vittoria n.25 di Jannik Sinner nei 26 incontri disputati dall'inizio del 2024 (prima di lui, soltanto altri sei tennisti erano stati capaci di tanto). Sul 6-6 nel secondo set, come già aveva fatto l'anno scorso, il danese l'ha buttata in caciara. Dopo avere subito una time violation per il servizio, il N.12 al mondo ha fermato il gioco, ha provocato il pubblico, gesticolando con i polpastrelli di indice, medio, anulare e mignolo a battere sul pollice. Secondo Rune, agli spettatori egli voleva dire "be quiet", silenzio; il giudice di sedia gli ha appioppato un warning, Rune ha reclamato il supervisor, il pubblico ha rumoreggiato. La scenata montata ad arte ("una buffonata", cit. Bertolucci) è terminata quando Rune è tornato in partita imponendosi nel secondo set, ma perdendo il terzo e l'incontro. E Sinner? Durante la pantomima del rivale, ha saltellato serafico, senza manco guardarlo, aspettando la ripresa del gioco e alla fine ha guadagnato la semifinale che lo vedrà opposto a Tsitsipas. Commento lapidario dell'azzurro alla sceneggiata danese: "Rune è libero di comportarsi come vuole, aveva fatto così anche l'anno scorso. Io mi sono concentrato su me stesso. È stato un match difficile e molto fisico, sono contento per il successo e per avere imparato qualcosa. Adesso penso a Tsitsipas, che sta andando molto bene". Gioco, set, partita. Panatta ha ragione: Jannik è un alieno. Rune, invece, un terrestre che non conosce il fair play.

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