Tsitsipas, squilli da Olimpiade: l’obiettivo è l’oro di Parigi

Il greco batte Ruud in finale e vince per la terza volta a Montecarlo. Nei suoi piani ci sono le Olimpiadi
Tsitsipas, squilli da Olimpiade: l’obiettivo è l’oro di Parigi© Getty Images

Le note dell’inno greco che salgono fra le terrazze del circolo prestato al Principauté, annunciano un ritorno importante, in chiave olimpica, per il tennis sulla terra rossa. Senza cingersi delle vesti degli antichi vincitori della corona d’ulivo, himation, chitone o clamide quando non preferivano combattere nudi, ma di un semplice completino con i colori da carota che vanno tanto di moda dall’inizio della stagione, Stefanos Tsitsipas ritrova colpi e vittorie di un passato recente che gli ultimi mesi avevano però spinto lontano dalla memoria comune. Si riprende il suo Masters 1000 preferito, l’unico che abbia vinto (tre volte però, come Borg, Muster e Nastase), e si fa largo nella Top Ten (al settimo posto) dalla quale era uscito il 19 febbraio scorso dopo cinque anni di permanenza.

Tsitsipas e il successo ritrovato

Ritrova il successo dopo tredici mesi trascorsi lietamente tra le braccia della bella Paula Badosa - la tennista spagnola un tempo al vertice, oggi confinata in novantunesima posizione - ma poco propizi alle imprese tennistiche. Delle quali Stefanos, aria da mozzo e piedi sulle dieci e dieci, avvertiva un bisogno quasi fisico. Si prende con merito, di fatto, quello che sarebbe finito nelle mani capienti del nostro Sinner, se le cose fossero andate come dovevano. Ma Tsitsipas è il meno colpevole delle proprie fortune, e non ha mancato nelle dichiarazioni di esprimere con molto buon senso il proprio ragionevole punto di vista. «Comprendo e immagino lo stato d’animo di Jannik, se quel servizio fosse stato giudicato correttamente fuori, è del tutto probabile che avrebbe finito per vincere il nostro match di semifinale. Sarebbe salito 4-1 e forse 5-1 con il servizio a disposizione. Sono il primo a non fidarmi dei giudizi arbitrali sulla terra rossa, e cerco di controllare subito, a colpo d’occhio, se siano corretti o meno. Ma quando la palla è in gioco, si tratta di un attimo, e nello slancio per riprendere un servizio non sempre è facile farsi un’idea e fermare tutto. Posso solo aggiungere che non stava a me fermarmi per dare il punto a Sinner, tra l’altro non ero nelle migliori condizioni per giudicare il segno. Ma se tutto questo ha giocato a mio favore, credo di essermi aiutato anche con una prova molto buona. Ho giocato bene, il tennis migliore che abbia prodotto da qualche tempo a questa parte, e non credo si possa dire che non abbia meritato. Ho giocato alla pari con Sinner, che oggi è favorito su qualsiasi superficie, provo grande orgoglio per questo».

La finale contro Ruud

Parole che mi sarei aspettato di trovare in bella vista sul sito Atp, perché sincere e utili alla stessa causa avviata dall’associazione, che vedrà tutti i tornei del Tour dal 2025 a conduzione elettronica. Continuo a sostenere che è stato un errore non imporre ai Masters 1000 su terra rossa (sono tre, in fondo) di cambiare subito, già da quest’anno. Andava fatto non solo per la salvaguardia dei giocatori, ma anche dei tornei. L’errore commesso in semifinale è unico nel suo genere (sbaglia il giudice di linea e l’arbitro, la signora Aurelie Tourte, non se ne accorge, ma dai…), ma con il controllo elettronico poteva essere facilmente corretto. La finale non è stata la cosa migliore di questo “mille” monegasco. Tsitsipas ha dominato il primo set, mentre Ruud, per l’ennesima volta, non ha saputo dare il meglio in finale. Il norvegese ha vinto dieci tornei, tutti “250”, ma è stato finalista al Roland Garros (due volte), agli US Open, alle Finals di Torino, a Miami e ora a Montecarlo. C’è da sentirsi frustrati, e credo Casper lo sia. Ma la finale è stata tutta di Tsitsipas, da cima a fondo, e Ruud non ha mai dato l’impressione di poterne cambiare le sorti, nemmeno sulle otto palle break che Stefanos gli ha gentilmente concesso. L’inizio del greco è stato a dir poco violento, ha spinto forte con il dritto, ha perfino attaccato sulla seconda di servizio.

Tsitsipas punta alle Olimpiadi

La guerricciola si è risolta a colpi di dritto, sui quali Stefanos si è mostrato più centrato e quanto mai violento e indigesto nelle conclusioni. Anche Tsitsipas ha avuto identica razione di palle break, otto, e ne ha sfruttate quattro, che gli hanno permesso di vincere a mani basse il primo set e di prendere il largo al momento giusto nel secondo, il set nel quale ha di sicuro rischiato di più. Ha dovuto debellare una palla break nel primo game, e una seconda sul servizio successivo, per scrollarsi di dosso Ruud nel settimo gioco, il più lungo del match, nel quale ha concesso altre tre possibilità al norvegese. Il break decisivo è giunto al decimo gioco, e ha dato il match a Tsitsipas, di fronte a un Ruud ormai scosso e in piena crisi da rimorso per le occasioni gettate al vento. Ventitré a dodici i vincenti per il greco, 17/16 per il norvegese. 128 punti giocati, 71-57 il conto favorevole a Tsitsipas. Giocherà a Barcellona, forse non a Madrid. Punta alle Olimpiadi, sulla spinta di legami famigliari che lo condurranno con ogni probabilità a fare un piccolo sgarbo all’amica Maria Sakkari. «Se mio fratello Petros sarà della spedizione, giocherò il doppio con lui. Sarà una rinuncia importante, perché con Maria formiamo una coppia da medaglia, ma prima di tutto viene la famiglia». Non il medagliere.

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