Il paragone con Sinner e il tennis alle Olimpiadi
"È divertente paragonare il Panatta di un tempo, guascone, irriverente e al centro delle cronache rosa, con il Sinner che protegge la privacy della famiglia e della fidanzata Maria? Ma anche io ero riservato, eh! Le copertine dei giornali di gossip le subivo. Io ero abbastanza discreto, i miei genitori non li ho assolutamente mai messi in mezzo. E mi allenavo anche io...
La fama da playboy? È più la nomea, credetemi. Alcuni flirt sono stati inventati. Diciamo che ero caruccio, le mie bischerate le ho fatte. Ma poi mi sono sposato giovane, a 25 anni. Del mio primo matrimonio e dei miei tre figli Niccolò, Alessandro e Rubina non avete mai sentito parlare perché sono stato molto attento a proteggerli. Anche io, come Jannik, amo la discrezione. Io, però, ero più fumantino, rispetto a lui, che non cede alle provocazioni in campo, come accaduto recentemente contro il danese Rune? Ah no, certo. Io al posto di Jannik lo avrei mandato a quel paese in un nanosecondo, come facevo ai tempi con Nastase. Ma io sono nato a un parallelo diverso, io del Flaminio e lui di San Candido. E attenzione, io non penso proprio che lui sia un freddo altoatesino.
Sinner è un ragazzo posato dalle idee chiarissime. Tutto questo passa da una preparazione mirata, da un team di grande livello, da un apprendimento rapido, sia tecnico sia mentale. Lui è una spugna. E questo sapete che cosa dimostra? Una caratteristica che non dice mai nessuno? Una grandissima intelligenza. Si parla spesso di lui che ha lasciato casa a 14 anni, dei suoi sacrifici, ma quelli li fanno tutti. Jannik è diverso perché è molto intelligente, è la sua dote migliore. I Giochi? Avrei voluto giocarle anche io, logico. Però il discorso da fare è un altro. Il torneo di Parigi 2024 prevede un tabellone di 64 giocatori con match al meglio dei tre set. Così non va bene. Se vogliamo tarare le Olimpiadi come un quinto Slam ogni 4 anni, allora dovrebbero giocarlo 128 giocatori al meglio dei cinque set, come si fa negli altri quattro Slam. E se i giocatori non sono d'accordo? Affari loro", conclude Panatta.