"Sono dispiaciuto perché ho giocato bene e sto giocando bene. Oggi è stato un set a parte. Ma lo sport è così. A punti avrei vinto io, nella boxe avrei vinto io. Però è così, si sa: questo sport dà e questo sport toglie. Non ho nulla da recriminarmi oggi perché è un set a parte dove non si può parlare di tennis perché era difficile giocare a tennis; lui è stato leggermente più solido e l'ha portata a casa. Nulla di più". Lo ha dicharato Fabio Fognini dopo la sconfitta a Wimbledon contro lo spagnolo Roberto Bautista. Il tennista azzurro ha aggiunto: "Ho giocato bene in queste settimane. Dopo 3 anni che non giocavo su questa superficie mi sono divertito ed è stata la cosa principale. Ora mi rode un pochettino perché ieri ero un altro. Oggi faccio fatica a fare l'analisi di un tie-break e di un set dove ha meritato più lui di me, io ero un po' più teso. Ma è così, ripeto. Lo sport è bello per questo ma ti fa incazzare anche per questo".
Le parole di Fognini dopo il ko a Wimbledon
"Insidie delle partite interrotte? La prima è il fisico. Perché dopo aver giocato 3 ore e mezza a 37 anni ne ho risentito. E' normale. Poi c'è tensione perché inizi a pensare che sei vicino alla vittoria; quell'altro (Bautista n.d.r.) mi ha stoppato la partita per una scivolata, poi ci siamo beccati a fine set... Cose che possono succedere. Il dispiacere è non aver potuto concludere quello che ho fatto ieri di bello. Ma rimane un terzo turno a Wimbledon e non ho recriminazioni. A punti ho giocato meglio, a tennis gioco meglio... Ho perso e va bene così, ha meritato lui" ha spiegato Fognini. Poi, ha concluso: "Movimento tennis italiano? Ci stiamo rifacendo gli occhi dopo tanti anni con Jannik e gli altri ragazzi. Abbiamo il n°1 del mondo ed è bello, perché finalmente siamo tanti e tutti parlano del nostro sport, cosa che prima succedeva di meno. Prima era Federer, Nadal, Djokovic, poi Djokovic, Nadal, Federer. Poi ogni tanto arrivava Murray o Wawrinka. Adesso però è bello perché da appassionato e da veterano di questo sport vedo la passione che ha portato Jannik in Italia. Quando ero io all'apice me la giocavo con Andreas (Seppi n.d.r.) e c'era il 'rosico' sportivo, che ci dava anche quella carica positiva. Adesso li guardo invece e sorrido perché siamo in tanti nel tennis italiano, parlano in tanti di noi e lo fanno ovviamente soprattutto grazie a Jannik che sta facendo cose straordinarie. Ma è bello perché in Italia non è più tutto solo calcio, calcio, calcio, ma Jannik sta facendo sì che parlino tanto anche di tennis che è uno sport bellissimo e può appassionare tanta gente".