Non so voi, ma, personalmente, ne ho le tasche piene di quelli che da giorni dicono a Sinner quando e con chi andare in vacanza; dubitano che abbia la tonsillite, tuttavia, nel caso, gli prescrivono quali medicine prendere per guarire dalla tonsillite e, dopo averle assunte, quando e per quanto tempo allenarsi; che cosa debba fare per diventare il Numero Uno del tennis mondiale. A parte il fatto che, a soli 22 anni, Sinner lo è già dal 10 giugno scorso, a mano a mano ti imbatti in Rete nei frustrati tennisti immaginari, il pensiero corre alle frasi che l'immenso Umberto Eco pronunciò nel gennaio di nove anni fa, ricevendo a Torino la laurea honoris causa in Comunicazione e cultura dei media: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli, gli scemi del villaggio che prima parlavano soltanto al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Di solito venivano messi subito a tacere: ora, invece hanno lo stesso diritto di parola di un Premo Nobel".
La cultura del lavoro di Jannik
Se l'invidia è l'omaggio che la mediocrità rende al talento, sosteneva Fulton John Sheen, uno dei primi e più celebri telepredicatori americani, Sinner viene omaggiato ogni ora, dopo la dolorosa rinuncia alle Olimpiadi. E se, come gli ha suggerito Panatta, egli non deve dare retta alla "manica di scemi", forse freudiana reminiscenza delle parole di Eco, oggi crescono ancora di più l'ammirazione per il campione azzurro e la consapevolezza di quanto grande sia la fortuna dello sport italiano nell'avere un asso del suo calibro. Un ragazzo che il 12 febbraio 2018 era il N.1.592 del mondo; il 25 febbraio 2019 il N.324; il 25 luglio 2019 il N.199; il 28 ottobre 2019 il N.93; il 12 ottobre 2020 il N,46; il 1° novembre 2021 il N,90; il 2 ottobre 2023 il N,.4 e il 10 giugno 2024 il N.1. Può bastare? Oppure c'è bisogno di ricordare il titolo Slam, due Masters 1000, cinque Atp 500, sei Atp 250 e la storica Coppa Davis riconquistata dopo 47 anni? E ancora: vogliamo dire quale valore abbiano l'umiltà, lo spirito di sacrificio, la cultura del lavoro che Jannik incarna?
Lo smash di Berrettini per Sinner
Dobbiamo dirlo a quelli che, dopo il forfeit olimpico hanno sputato sentenze denigratorie un tanto al chilo: al primo, nuovo successo di Jannik, sgomiteranno per osannarlo, avendo repentinamente cambiato idea. Soltanto i cretini non la cambiano mai, il problema è un altro: troppi rimangono tali. Così, il dieci e lode di questa domenica va di diritto a Sinner, convidendolo con Berrettini, prepotentemente ritornato sulla cresta dell'onda da Gstaad a Kitzbuhel, due titoli e dieci vittorie di fila, di nuovo nella Top 40. Nella passata stagione, quando l'infortunio obbligò Matteo a un brusco e lungo stop, Jannik manifestò pubblicamente tutto il suo sostegno all'amico, dicendosi certo che sarebbe tornato grande protagonista e, il 4 luglio scorso, a Wimbledon, ha tessuto il caloroso elogio di Berrettini dopo averlo sconfitto nello splendido derby tricolore. Adesso, le parti si sono invertite e quel "Forza Jannik!", da Matteo rivolto a a Sinner, è uno splendido smash del Martello sugli scemi del villaggio.