I numeri di Jannik e il timore per la Wada
Parlo di impresa perché l’annessione del secondo set, nella quale Medvedev ha impegnato molte delle residue energie, sembrava concedere al russo il vantaggio di chi ha appena rimesso in piedi una partita nata zoppa. In realtà, è stato Sinner in quel momento ad ampliare da capo il vortice degli scambi, a sfruttare il naturale bisogno di Medvedev di rifiatare e a impossessarsi del campo per tracciare linee sempre più acuminate, spesso concluse da perentorie discese a rete. Ventotto su trentatré a fine match, mentre Medvedev si è attestato su valori decisamente inferiori: 16 discese a rete a segno sulle 24 tentate. Il dato sta al centro di una pagella che vale la promozione: Sinner ha percentuali migliori sui servizi vinti (76% con la prima battuta, 61% con la seconda), sulle palle break (5 su 15, contro 2 su 8), su vincenti ed errori non forzati (31/38 contro 30/57) e sui punti totali messi a segno, dove il vantaggio sul russo assume valori quando mai consistenti, 115 a 91. Il segno di una prova convincente, che ha permesso a Sinner di disporre anche del quarto set, forse il più combattuto, risolto da un break giunto al momento giusto, sul 3 pari, con Jannik svelto a salire 0-40 e chiudere alla terza palla break, dopo averne concesse due a Medvedev nel gioco precedente.
Sinner, poker di semifinali
È il primo italiano, JS, a firmare il poker di semifinali nei tornei del Grand Slam. Prima di lui vi si era avvicinato Berrettini, tre semifinali e un quarto al Roland Garros. Anche Panatta firmò tre semifinali, ma tutte a Parigi. L’ultimo anno, dalla fine degli US Open 2023 a oggi, conta 80 match per 73 vittorie e appena 7 sconfitte. Cinque di queste portano la data 2024. In classifica oggi Jannik è a quota 9980, a un soffio dai 10 mila punti che erano la dotazione dei Fab Three durante i loro rispettivi domini. Zverev è ormai distante 2905 punti, Alcaraz 3290, Djokovic (nono nella Race, e senza una vittoria Slam) è a 4420, Medvedev, fallito il sorpasso al Djoker, resta a 4505 punti dall’italiano. Per non vedere JS in testa alla classifica di fine anno (primo italiano a riuscirvi, ovviamente) dovrebbero prendere corpo ipotesi devastanti come scosse telluriche.
Sinner e Draper
Una è attesa oggi, data ultima per il pronunciamento Wada sulla questione doping. Lo dico senza mezzi termini: se l’organismo internazionale interverrà per sospendere Sinner dopo un pronunciamento favorevole (Itia) e a un passo dalla possibile vittoria nel secondo Slam della sua carriera, l’ingiustizia sarà talmente enorme (anche verso il torneo) da risultare scriteriata e maleodorante, presa soltanto per dispetto nei confronti dell’agenzia che ha condotto l’indagine e con il solo scopo di ribadire il proprio potere. Ma c’è da occuparsi di una semifinale, contro Jack Draper, mancino inglese, cresciuto a dismisura negli ultimi tempi. Grandi servizi e colpi rapidi e potenti. Buon amico di Sinner e saltuariamente suo compagno di doppio. «È un ragazzo con il quale mi trovo bene, di grande educazione e anche molto divertente. Rappresenta un mito per molti di noi, che hanno la sua età. Quando eravamo fra gli juniores, e giocavamo in doppio, tiravamo su di lui perché ci sembrava il meno attrezzato. Oggi domina il tennis, con grande merito». L’unico precedente è del 2021, al Queen’s, dunque lontano e sull’erba, ma a vincerlo (7-6 7-6) è stato Draper. Guardati dagli amici, Jannik… Il consiglio vale una finale.