Alla vigilia dell’appuntamento di punta dell’ultima parte di stagione - il più importante dopo i 4 Slam - Jasmine Paolini scrive un’altra pagina storica per il tennis italiano, in un 2024 sempre più colorato d’azzurro. Fino a gennaio la 28enne toscana non aveva mai vinto due partite consecutive a livello Major, fermandosi sempre al massimo al secondo turno (tre volte a Parigi, una a New York; a Melbourne e Londra non aveva mai vinto nemmeno un match in tutta la carriera). Poi la svolta: all’Australian Open di inizio stagione ecco arrivare il primo terzo turno e il primo ottavo di finale Slam. Un traguardo fantastico, celebrato con quel genuino sorriso che abbiamo imparato a conoscere e ad amare alla follia in tutti questi mesi. Meno di un mese dopo, a Dubai, Paolini sollevava il titolo più importante della sua vita, prendendosi la rivincita nella finale del WTA1000 degli Emirati contro Anna Kalinskaya (che l’aveva fermata in Australia). Tra giugno e luglio, poi, l’apoteosi: due finali al Roland Garros e a Wimbledon, perse in maniera molto diversa, che però non hanno intaccato il sorriso e l’orgoglio per un traguardo clamoroso, forse irripetibile, che non si vedeva dal 2016. Allora toccò a Serena Williams - Serena Williams! - l’ultima tennista a raggiungere almeno la finale sia a Parigi che a Londra nello stesso anno.
Paolini ha già fatto meglio della Errani
La costanza di Jasmine, unita ad altri grandi risultati come gli ottavi allo US Open, i quarti a Wuhan e Stoccarda, gli ottavi a Indian Wells, Madrid, Cincinnati e Pechino (considerando solo il singolare), le ha permesso di salire sempre più in alto in classifica, fino a portarla a contatto con le leggende del tennis italiano. Eguagliandole e, pian piano, superandole. Complice lo scarto dei punti delle precedenti WTA Finals (oggi il sorteggio dei due gironi), da ieri di fianco a Paolini in classifica c’è il numero 4. È il ranking più alto mai toccato da una tennista italiana: come Jas soltanto Francesca Schiavone, anche lei n°4 ad inizio 2011. Sembra surreale, invece è tutto vero: Paolini ha già fatto meglio della sua grande amica e compagna di doppio Sara Errani, n°5 nel 2013, di Flavia Pennetta (n°6 nel 2015 dopo il trionfo allo US Open) e di Roberta Vinci (n°7 nel 2016). Ma non è tutto: la toscana - volata ieri a Riad insieme ad Errani - si trova a 86 punti dal Coco Gauff. Con un risultato migliore della statunitense (basterebbe anche solo una vittoria in più) Paolini salirebbe sul gradino più basso del podio, alle spalle delle inarrivabili Sabalenka e Swiatek, che in Arabia si contendono il n°1. Comunque vada sarà storia: l’Italia non ha mai avuto due top5 a fine anno tanto tra gli uomini quanto tra le donne, men che meno un n°1 e una potenziale n°3. Il fattore J è più vivo che mai.