Il segreto di Sinner svelato dagli sparring: “L’aspetto determinante è..."

Difficile trovare ancora aggettivi per descrivere la superiorità di Sinner, che sempre in due set ha battuto Fritz conquistando il trofeo delle Nitto ATP Finals

TORINO - Intoccabile. Irraggiungibile. Inarrivabile. Imbattibile. E non è iperbole, è Jannik Sinner. Che per vincere la prima volta da grande a casa sua, in Italia, ha scelto di esagerare. Vivere la settimana perfetta. Taylor Fritz l’aveva comunque costretto a restare in campo un’ora e 40’, gli era rimasto piuttosto vicino nel gruppo Nastase. Ma ha scoperto che Torino è Punxsutawney e che Jannik sarà anche una volpe, ma è certamente il roditore Phil. Questa domenica di metà novembre è il giorno della marmotta di Ricomincio da capo. La storia che si ripete, solo più breve: 6-4 6-4 nel gruppo in un’ora e 40’, poi 6-4 6-4 in un’ora e 24’. Jannik in finale ha pensato di mostrare i progressi compiuti al servizio in questo primo anno di regno: 10 ace in 5 turni di battuta fa una media di due ogni gioco nel primo set, portando poi il totale a 14. Indossando i panni Mark Philippoussis, se non Goran Ivanisevic. Con percentuali inaudite. Tanto che Taylor non ha potuto ricucire. Perché Jannik evidenzia sempre la lucidità nello sfruttare la prima occasione concessa.

"Sinner non sa più perdere"

Ma sono le nuove osservazioni degli avversari a dover preoccupare gli stessi: da "Sinner ha quasi dimenticato come si perde" pronunciato da Casper Ruud alla vigilia della semifinale, fino alla ripetuta attenzione su ciò che non era emerso così evidente. Tutti prima ad applaudire la potenza del colpo, la capacità di accelerare, il meraviglioso rovescio, così naturale. La capacità di andare in progressione continua. Ora invece perfino gli juniores che hanno fatto da sparring a Torino dicono: "Certo, ha colpi straordinari, ma l’aspetto determinante è come si muove". La mobilità che non è solo velocità. Sinner fluttua, veleggia per arrivare prima e in equilibrio, stabile più di chiunque altro su ogni colpo. Che sia grazie allo sci praticato da bambino, alla elasticità articolare, sta agli esperti di cinetica. Noi osserviamo la meraviglia realizzata, non individuando limite al potenziale di progresso dell’incredibile n. 1. E iniziamo a memorizzare numeri inimmaginabili se non fossero già realizzati dal nuovo Ziggy Stardust, piovuto da Marte che sta in Alto Adige. Trionfatore imbattuto per altri 4,881 milioni di dollari intascati, che portano il totale dei montepremi 2024 a poco più di 16 milioni di euro (per un totale in carriera di 32,243) cui aggiungere i 5,5 dell’esibizione araba.

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Sinner 40 anni dopo Lendl

L’aspetto pazzesco è che Sinner non gioca pensando a premi e soldi, lo ha pure ribadito in questi giorni. L’obiettivo è migliorare, cioè vincere. Come tutti i veri ossessionati dello sport, giacché solo l’ossessione ti porta a lavorare per dominare. E a proposito di totalmente dediti al lavoro per vincere, indovinate chi è stato l’ultimo a vincere le Atp Finals senza perdere un set? Ecco, Ivan Lendl nel 1986. Era la quarta volta per Ivan, ma Jannik ha soltanto cominciato, è questo il vero problema da affrontare per gli avversari: che Sinner sia diventato il riferimento, la pietra di paragone a 23 anni Come già Ruud, anche Fritz ci ha provato. Eccome, ha vinto pure scambi lunghi da fondo. Ma il suo sforzo è durato 16 minuti in meno del precedente, pur rimediando miglior figura rispetto alla finale degli Us Open. Fino al 3-3 ha fatto quasi pari. Ma il gioco che ha indirizzato la partita è stato emblematico: 15-40, due prime di Taylor per impattare. Basta però una piccola incrinatura, un doppio fallo per la terza. Basta non rimandare un rovescio al corpo sulla risposta di jannik per concedere la quarta e poi subire la palla corta.

Finals in Italia fino al 2030

Il break nel secondo è arrivato anche prima e Fritz deve aver visto gigantesco quel mulino a vento, tanto da spedire il dritto inside-out in corridoio. Al primo match point. Paolo Sorrentino sugli spalti magari potrà pensare a un futuro film sulla città e su questo modo di essere italiani, di Jannik e di Torino. Uniti nella magia. Sinner in questo momento non ha rivali, se non in Alcaraz quando è in stato di grazia. Anche per questo le Atp Finals resteranno in Italia fino al 2030. Nell’edizione del 2024 magico per l’Italtennis Andrea Gaudenzi coglie l’occasione per annunciarlo non attraverso comunicato o conferenza, ma nell’arena che fu olimpica, al pubblico. E l’idea del presidente Fitp Angelo Binaghi è di andare anche oltre con questo Sinner che ha già rivelato di voler giocare per 15 anni e con un gruppo sempre più grande di giocatori di livello internazionale, mentre le Sat (le scuole di avviamento tennis) traboccano. Un’Italia da due medaglie olimpiche, 21 titoli, di cui 2 Slam con Jannik che ha pure superato il caos per il Clostebol. Un Sinner da 70 partite vinte e sole 6 perse. Con l’esibizione sono 73 e manca la Davis. Gli avversari temono che la vera “I” legata a Jannik sia Infinito.

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TORINO - Intoccabile. Irraggiungibile. Inarrivabile. Imbattibile. E non è iperbole, è Jannik Sinner. Che per vincere la prima volta da grande a casa sua, in Italia, ha scelto di esagerare. Vivere la settimana perfetta. Taylor Fritz l’aveva comunque costretto a restare in campo un’ora e 40’, gli era rimasto piuttosto vicino nel gruppo Nastase. Ma ha scoperto che Torino è Punxsutawney e che Jannik sarà anche una volpe, ma è certamente il roditore Phil. Questa domenica di metà novembre è il giorno della marmotta di Ricomincio da capo. La storia che si ripete, solo più breve: 6-4 6-4 nel gruppo in un’ora e 40’, poi 6-4 6-4 in un’ora e 24’. Jannik in finale ha pensato di mostrare i progressi compiuti al servizio in questo primo anno di regno: 10 ace in 5 turni di battuta fa una media di due ogni gioco nel primo set, portando poi il totale a 14. Indossando i panni Mark Philippoussis, se non Goran Ivanisevic. Con percentuali inaudite. Tanto che Taylor non ha potuto ricucire. Perché Jannik evidenzia sempre la lucidità nello sfruttare la prima occasione concessa.

"Sinner non sa più perdere"

Ma sono le nuove osservazioni degli avversari a dover preoccupare gli stessi: da "Sinner ha quasi dimenticato come si perde" pronunciato da Casper Ruud alla vigilia della semifinale, fino alla ripetuta attenzione su ciò che non era emerso così evidente. Tutti prima ad applaudire la potenza del colpo, la capacità di accelerare, il meraviglioso rovescio, così naturale. La capacità di andare in progressione continua. Ora invece perfino gli juniores che hanno fatto da sparring a Torino dicono: "Certo, ha colpi straordinari, ma l’aspetto determinante è come si muove". La mobilità che non è solo velocità. Sinner fluttua, veleggia per arrivare prima e in equilibrio, stabile più di chiunque altro su ogni colpo. Che sia grazie allo sci praticato da bambino, alla elasticità articolare, sta agli esperti di cinetica. Noi osserviamo la meraviglia realizzata, non individuando limite al potenziale di progresso dell’incredibile n. 1. E iniziamo a memorizzare numeri inimmaginabili se non fossero già realizzati dal nuovo Ziggy Stardust, piovuto da Marte che sta in Alto Adige. Trionfatore imbattuto per altri 4,881 milioni di dollari intascati, che portano il totale dei montepremi 2024 a poco più di 16 milioni di euro (per un totale in carriera di 32,243) cui aggiungere i 5,5 dell’esibizione araba.

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